05/09/2015 14:47
IL MESSAGGERO (M. ALLEGRI) - Il maxi progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle finisce ufficialmente nel mirino della Procura: il pm Mario Dovinola, titolare di due procedimenti che coinvolgono l'area che dovrà ospitare la struttura, ha acquisito gli atti relativi all’iter amministrativo che ha permesso alla società Eurnova, del costruttore Parnasi, di aggiudicarsi l'appalto. Al vaglio del magistrato, che non ha ancora ipotizzato alcun reato, c’è quindi la delibera approvata in Campidoglio lo scorso dicembre, così come il prospetto definitivo dei lavori depositato in Comune in giugno e lo studio di fattibilità dell’opera. Gli inquirenti intendono verificare se il progetto di Parnasi e Pallotta, che prevede la realizzazione, oltre che dell’impianto sportivo, anche di un'area commerciale, e che è stato approvato perché definito ”di pubblica utilità”, sia effettivamente a favore della cittadinanza o incrementi invece un interesse privato.
BUSINESS PARK - Gli accertamenti, inoltre, dovranno chiarire il ”giallo” della superficie edificabile extra, che consente un ampliamento di circa 100 mila mq della zona commerciale, il cosiddetto ”Business Park”. Nella delibera, infatti, l'area è stata incasellata come «parco a tema», aggiudicandosi cubature aggiuntive rispetto a quanto previsto dal piano regolatore urbano. Il passaggio si trova nel capitolo relativo all’analisi economica dello studio di fattibilità. Semplificando: la realizzazione delle opere urbanistiche connesse allo stadio, richieste dal Campidoglio, sarebbe stata antieconomica. Nello specifico, il costo stimato per parcheggi, adeguamento del verde pubblico, della viabilità e dei trasporti, sarebbe di 270 milioni di euro. Un prezzo elevato, che non avrebbe permesso all’azienda appaltante di rientrare nelle spese. La società, quindi, ha chiesto di ottenere ulteriori cubature edificabili legate all’area commerciale, concesse facendo valere la norma del piano regolatore destinata ai parchi tematici e che prevede un incremento di 112 mila mq di superficie. Ora, gli inquirenti intendono verificare se la norma in questione fosse effettivamente applicabile. Il fascicolo scaturisce dagli esposti stilati da una serie di comitati di quartiere e dal Movimento 5 Stelle. A sollevare il dubbio sull’esistenza di irregolarità di metratura era stato, in particolare, il gruppo capitolino dei pentastellati che ha presentato un’interrogazione all’assessore all'Urbanistica, accompagnata da 23 domande. Tra gli interrogativi, spunta anche quello relativo alla presunta discrepanza tra la cubatura assegnata e quella ”assegnabile”. Secondo i grillini romani, inoltre, dietro la costruzione di quello che gli ambientalisti chiamano «Ecomostro» non ci sarebbe il pubblico interesse previsto dalla legge sugli stadi, «bensì l'interesse privato di alcuni».
IL FALLIMENTO - È invece in dirittura d'arrivo l'inchiesta principale che coinvolge l'area di Tor Di Valle: quella relativa al fallimento della società ”proprietaria” dell'appezzamento su cui sorgeva l'ex ippodromo romano e che dovrà ospitare il nuovo impianto sportivo. Nel mirino del pm Dovinola, ci sarebbe la vendita del terreno, detenuto dalla Sias dei fratelli Papalia. Al momento, sono 4 gli indagati per bancarotta fraudolenta. L'ipotesi investigativa è che la cessione dell’area da parte della Sais, fallita il 22 maggio scorso, alla Eurnova di Parnasi (che non è indagato), nasconda una distrazione di beni ai danni dei creditori.