Una Roma folle rovina tutto. È bufera su Garcia e Sabatini

30/09/2015 14:34

CORSERA (G. PIACENTINI) - Alla vigilia aveva chiesto ai giocatori una vittoria per festeggiare la sua centesima panchina giallorossa. Non è andata come sperava, . Il tecnico francese non solo non ha ricevuto il regalo che si aspettava, ma ha vissuto una di quelle serate da incubo in cui la Roma sembra specializzata. E se le dimensioni della disfatta non sono quelle del match col Bayern Monaco (1-7 nella passata stagione), il danno «morale» di una sconfitta come quella di ieri sera col Bate Borisov (2-3), è forse superiore.
«
Vogliamo vincere per il prestigio e non solo per i soldi per un eventuale passaggio agli ottavi di finale», aveva dichiarato prima della gara . Il primo non è di certo arrivato, i secondi quasi sicuramente non arriveranno perché le possibilità di passaggio del turno dopo il risultato di ieri sera sono quasi azzerate.

Sul banco degli imputati è finito anche il direttore sportivo, insieme naturalmente a : al primo i tifosi, scatenati sui social network, hanno imputato tutti gli errori nella costruzione di una rosa corta (pochi centrali difensivi e troppi esterni offensivi, il centravanti nel finale era , bomber della Primavera) in più di un reparto: «Vinciamo i campionati delle plusvalenze, siete la nostra eterna sconfitta», uno dei commenti che meglio racchiude lo stato d’animo della piazza. La testa di , invece, i tifosi hanno cominciato a chiederla già dal secondo gol del Bate Borisov: da quel momento in poi è stato un susseguirsi di appelli: al presidente Pallotta di cambiarlo immediatamente (Montella e i nomi più gettonati), a lui di togliere da solo il disturbo.

Tra i capi d’accusa più specifici: 1) una formazione iniziale sconclusionata, con un tridente senza capo né coda, diventato logico solo dopo l’avanzamento di e l’ingresso di . «Eravamo squilibrati - a fine gara - dobbiamo vedere cosa abbiamo fatto male. Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile. È colpa nostra»; 2) L’equivoco Iago , prima non convocato e poi aggiunto alla lista e mandato in campo, con buoni risultati, solo quando la gara era compromessa; 3) l’utilizzo nel primo tempo di quattro attaccanti, mossa che a molti ha ricordato il peggior Carlos Bianchi.
La mossa della disperazione. E la disperazione era il sentimento più diffuso ieri sera, aumentata e non alleviata dalla (quasi) rimonta finale, spentasi sulla traversa colpita da dopo il 3-2 di
.