È rinato Doumbia Nove centri e... saluti alla Capitale

02/10/2015 13:46

GASPORT (M. CALABRESI) - Un passatempo inaspettato per i tifosi della Roma annoiati dalla propria squadra? Seguire le partite del Cska Mosca. Sia chiaro: nessuna «vedova» di Seydou Doumbia, ma fa quantomeno sorridere vedere l’attaccante ivoriano segnare al ritmo dei big d’Europa. Mercoledì sera, contro il Psv, altra doppietta e altro rigore sbagliato, cosa che gli era già successa nell’andata del playoff di , a Lisbona, quando Doumbia di gol ne aveva segnato solo uno. Era piena estate, sul web l’ironica rivolta per la cessione (a cui è tuttora dedicata la pagina «Non si vende Doumbia», che conta oltre 4mila «like») non si placava, e la Roma si godeva l’acquisto di , il ritorno di un centravanti dai tempi di Batistuta. Un mese dopo, si è capovolto il mondo: Doumbia, in dieci partite con il Cska tra campionato e (playoff e fase a gironi), è già a nove gol, e sono out per infortunio, e per completare una clamorosa rimonta in casa del Bate Borisov (colpa di un primo tempo regalato ad avversari tutt’altro che irresistibili) ha dovuto far esordire il Primavera Edoardo .

MISTERO - Una metamorfosi inspiegabile, o forse sì: Doumbia è semplicemente arrivato nel posto giusto al momento sbagliato. Catapultato in campo due giorni dopo essere atterrato a Fiumicino, con due o tre ore di sonno in una settimana di festeggiamenti per la vittoria della Coppa d’Africa. I fischi al debutto contro il Parma, una condizione fisica mai più tornata al top (complici problemi alla schiena), un tunnel senza uscita dal punto di vista mentale: «A Roma non mi sono mai sentito a mio agio», dichiarerà appena sbarcato di nuovo a Mosca, per un prestito che scadrà il 4 gennaio, anticamera del suo passaggio al Beijing a titolo definitivo. Doumbia doveva ancora segnare altri due gol, eppure nella cena ufficiale prepartita con i dirigenti di Bate Borisov e Roma, lunedì sera c’era qualcuno che si diceva «meravigliato, perché convinto che sarebbe stato un acquisto fantastico per la Roma». Parole di Sergej Gurenko, giallorosso per un anno e mezzo con Fabio Capello, quattro panchine nella stagione 2000-2001, quindi di fatto campione d’Italia. Se pure con i suoi gol trascinerà la Roma, Seydou tricolore non lo sarà, per una manciata di giorni.