30/10/2015 23:19
AS ROMA MATCH PROGRAM (F. VIOLA) - Si gioca Inter-Roma e c’è un doppio ex che in pochi ricordano. Italo Galbiati, allenatore in seconda con Fabio Capello sulla panchina della Roma nell’anno del terzo scudetto (2001), esordì nel calcio professionistico con la maglia nerazzurra a Lione nella Coppa delle Fiere nel 1959: “Fu un’emozione enorme. Sono partito dalle giovanili e poi sono passato alla prima squadra. Era un gruppo di giovani interessanti. Era la grande Inter di quegli anni…”.
Oggi è un altro calcio e un’altra Inter, però.
“L’Inter ha messo su una squadra “internazionale” con giocatori importanti, non hanno però ancora trovato un’identità di squadra, ci sono tanti bravi solisti che ancora non si muovono all’unisono. Manca un elemento di altissimo livello, che in mezzo al campo detti i tempi”.
Qual è il loro punto di forza?
“Sono forti in attacco, Jovetic e Icardi hanno già fatto vedere il loro valore e poi ci sono giocatori che non hanno ancora fatto prestazioni di altissimo livello, ma che verranno fuori. Se l’Inter li ha comprati di certo valgono”.
Mancini torna sulla panchina nerazzurra dopo aver vinto tantissimo, quanto è difficile ripetersi?
“A Milano si dice che la minestra riscaldata non va mai bene, ma non credo per Mancini sia così. Io credo invece sia l’uomo giusto per questa grande impresa. Ha tanti giocatori nuovi e ha solo bisogno di creare il gruppo”.
La Roma invece viene da cinque vittorie consecutive, cosa ne pensa?
“La Roma quest’anno è fortissima. Ha giocatori di alto livello. La classifica non è bugiarda, la squadra merita appieno la posizione che occupa. Se non capiteranno incidenti, facciamo i debiti scongiuri, farà bene fino alla fine. Io sono rimasto tifoso della Roma, ho dei ricordi bellissimi dei cinque anni passati nella Capitale, e faccio io tifo per il bel gioco. E la Roma fa un bel gioco”.
Lei è riuscito nell’impresa di vincere uno scudetto nella Capitale; qualche tempo fa Capello in una intervista ha detto che quella squadra avrebbe dovuto vincere di più. È d’accordo?
“A Roma non è facile gestire l’esaltazione per una vittoria e la depressione per una sconfitta. Sì, il secondo anno avremmo potuto vincere ancora, ma non ci riuscimmo”.
Quale fu l’ingrediente vincente?
“Un gruppo di giocatori straordinari. Ci siamo accorti nel corso del campionato che sarebbe stata la
stagione giusta. I ragazzi hanno creduto e sposato appieno il gioco di Fabio Capello e il resto è venuto da sé. Ancora oggi dico grazie a quei ragazzi che ci hanno dato tanta gioia”.
Di quel gruppo è rimasto soltanto Totti, avrebbe mai immaginato una carriera del genere per il capitano?
“Totti era già un predestinato sin dai tempi del settore giovanile e il tempo gli ha dato ragione. Anche oggi è in grado di fare il bene della Roma”.
Insomma, che gara vedremo a San Siro?
“La Roma deve fare il suo gioco e non chiudersi in difesa. Sarà uno spettacolo, ma verrà risolto dal singolo colpo di genio di un campione. Poi la Roma a Milano ha sempre giocato bene e mi immagino accada lo stesso anche sabato”.
Chi salirà sul gradino più alto del podio?
“La Roma ha una rosa importante e potrebbe essere l’anno giusto per dare una soddisfazione ai loro
tifosi. I calciatori non devono adagiarsi su qualche partita bene giocata, ma crederci gara dopo gara, fino alla fine”.
Grazie mister, la lasciamo ai suoi ragazzi.
“Sono il direttore tecnico di una scuola calcio a Milano. Mi fa sentire giovane. Duecento ragazzi che hanno il sogno di diventare calciatori. Bisogna farli crescere con i loro tempi. C’è tempo per scoprire se saranno fenomeni!”.