28/10/2015 12:51
Rudi Garcia si è italianizzato per vincere? La risposta - secondo il quotidiano - arriva attraverso tre indizi: 1) l’anno scorso aveva detto in pubblico, dopo la sconfitta contro la Juve, che la Roma avrebbe sicuramente vinto lo scudetto e adesso, visto come è andata a finire, scappa da quella parola proibita; 2) ha perfezionato la pretattica, che peraltro già frequentava in Francia, rendendo Trigoria un fortino: quando la squadra svolge l’allenamento del giovedì, quello più importante, vengono abbassate persino le tapparelle degli uffici che danno sui campi da gioco; 3) trova meraviglioso anche vincere sotto il 25% di possesso palla, come è successo a Firenze.
Scaramanzia e segreto industriale sembrano, sinceramente, meno interessanti del terzo punto. Contro la Fiorentina, che è andata a sbattere contro la linea difensiva a sei (!) dei giallorossi, si è vista una Roma diversa. Chi ha storto il naso, però, non ha capito l’importanza di avere un gruppo intero che corre in aiuto del reparto più in difficoltà. La difesa giallorossa, in campionato, ha subito 11 gol e cioè più di Inter, Napoli, Fiorentina, Sassuolo, Atalanta, Chievo e Juve, facendo pari con Frosinone, Genoa e Udinese. Ecco perché è stato così importante vedere Gervinho e Salah sulla linea dei terzini, proprio come faceva Eto’o agli ordini di Mourinho nell’Inter del triplete.
Per arrivare allo scudetto, adesso, serve un passo ulteriore. Le partite come quelle di Firenze non saranno tante in stagione. Ci saranno, invece, molte più avversarie pronte a chiudersi a riccio. Ecco perché sarà importantissimo recuperare al top Edin Dzeko.
Il centravanti bosniaco è ancora fermo all’unico gol in giallorosso, contro la Juventus, datato 30 agosto. La Roma, miglior attacco del campionato (22 gol, 11 marcatori diversi), finora se l’è cavata benissimo anche senza le reti del suo centravanti designato e, quando Dzeko è rimasto fuori per infortunio, si è rivista la formula con le due frecce (Gervinho e Salah, 4 e 5 gol) che ha funzionato alla grande. Il salto di qualità definitivo, però, può passare solo da Dzeko.
(corsera)