09/10/2015 14:26
IL MESSAGGERO (B. SACCA') - È stato il giorno nero della Fifa. Azzerati provvisoriamente i vertici, sospesi per 90 giorni il presidente dimissionario Joseph Blatter, il vice presidente Michel Platini e il segretario generale Jerome Valcke, squalificato per sei anni l’ex vice presidente Chung Mong-Joon, costretto anche a pagare 100 mila franchi svizzeri di multa. Uno sgretolamento circolare, piovuto a quattro mesi e due settimane dalle nuove elezioni presidenziali, fissate (al momento) per il 26 febbraio del 2016. E, come nel peggiore degli incubi, a firmare la condanna di Blatter è stata una sua creatura, vale a dire la Fifa in senso ampio e il Comitato etico in senso stretto. Il tedesco Hans-Joachim Eckert, il capo della camera giudicante del Comitato, ha lasciato scivolare la ghigliottina sulla federcalcio mondiale in tarda mattinata, spalancando così la fantasia a scenari infiniti. Come detto, la sanzione durerà per tre mesi e sarà prorogabile di ulteriori 45 giorni. Già da ieri sera le sospensioni sono divenute effettive e, fino al loro esaurirsi, negheranno ai colpevoli la possibilità di partecipare a tutte «le attività calcistiche a livello nazionale e internazionale».
Così, per cominciare, lo scettro della Fifa lo ha agguantato il camerunense Issa Hayatou, vice presidente dal 1992 e a sua volta al centro di scandali nel 2011: sarà il numero uno ad interim. Quanto alla Uefa, l’Esecutivo ha spiegato di «non aver accettato e condiviso» la punizione inflitta al proprio presidente Platini; e di valutare l’ipotesi di rivolgersi ai tribunali dello sport. «Ribadiamo la totale fiducia nei confronti del presidente e lo sosterremo in maniera ferma». Intanto, giovedì prossimo, Le Roi incontrerà i rappresentanti delle federazioni europee, inclusa la Figc. Accreditato inizialmente di una presidenza ad interim, lo spagnolo Angel Maria Villar conserverà quindi il ruolo di vice presidente europeo.
LE ACCUSE - Venendo alle sentenze, l’indagine legata a Blatter è stata curata dall’avvocato di Guam, Robert Torres, mentre quella connessa a Platini da Vanessa Allard di Trinidad e Tobago. È utile ricordare che il colonnello svizzero è stato accusato dalla magistratura elvetica di «gestione fraudolenta e di appropriazione indebita» per aver firmato con l’Unione caraibica un contratto televisivo sfavorevole. In sintesi, ha venduto i diritti tv dei Mondiali del 2010 e del 2014 a una cifra irrisoria. Viceversa Platini finora è stato interrogato ma non indagato dalla polizia svizzera per aver ricevuto due milioni di franchi dallo stesso Blatter nel 2011. A Valcke, invece, si addebita la rivendita di biglietti dei Mondiali al mercato nero; a Chung, di aver favorito la Corea del Sud durante l’assegnazione del Mondiale del 2022. «Noi siano tranquilli, non ci saranno ripercussioni sui Mondiali del 2018», ha garantito il ministro dello Sport russo Vitali Mutko.
LA CANDIDATURA - Blatter ha scelto di non presentare ricorso, ma, hanno confidato gli avvocati Forrer, Cullen e Erni, «è deluso perché il Comitato non ha rispettato il codice etico, che gli dava la possibilità di essere ascoltato». Il Comitato etico non ha rispettato il codice etico... Al contrario Platini ha calato la carta dell’astuzia e già in prima mattinata aveva presentato la propria candidatura alle elezioni presidenziali di febbraio. «Respingo tutte le accuse, si basano su apparenze giuridiche. Niente mi farà rinunciare al mio impegno di servire il calcio», ha scandito Le Roi. La domanda sorge però naturale: Platini potrà candidarsi nonostante la sospensione? «La questione compete alla Commissione elettorale della Fifa, che a fine mese esaminerà la validità delle proposte», ha spiegato Andreas Bantel, il portavoce del Comitato etico. Una validità anche «etica». Calendari alla mano, la punizione si concluderà il 6 gennaio del 2016 o, muovendosi nel quadro di una proroga, il 20 febbraio del 2016. A una settimana esatta dalle votazioni. Fondamentale comunque era avanzare la proposta entro il 26 ottobre e, soprattutto, prima dell’arrivo del verdetto. Guardando altrove, ad oggi Zico, il giordano Ali bin Hussein e il presidente della federazione della Liberia, Mussa Bility, hanno annunciato di voler concorrere. Issa Hayatou non proverà. Perché, fra le pieghe delle decisioni, fumano le macerie della Fifa. E Blatter, in fondo, è ancora lì a disegnare nuove mappe, magari immaginandosi regista di una candidatura amica.