01/10/2015 14:15
CORSERA (L. VALDISERRI) - Mai così male: 2 sconfitte e 3 pareggi nelle prime 8 gare stagionali. La Roma versione Rudi Garcia è sull’orlo di una crisi di nervi, in clamoroso anticipo anche sulle tabelle dei più pessimisti. Il calendario in campionato sembrava agevole, la Champions si era aperta con un prezioso pareggio contro il Barcellona che sembrava aver portato l’inerzia dalla parte dei giallorossi. E invece...
I problemi sono tanti, quello più visibile è la tenuta difensiva. In otto partite sono stati subiti 11 gol e solo una volta - contro il Frosinone - la Roma ha mantenuto la porta inviolata. Garcia ha schierato a Borisov due centrocampisti in difesa (Florenzi e De Rossi) e tre attaccanti inadatti a dare una mano quando la palla era in possesso del Bate (Iturbe, Gervinho e Salah). Una tattica suicida pagata con tre gol in 30 minuti.
Come ripartire a Palermo? Come aiutare il reparto più in difficoltà? Le strade sembrano due: 1) riportare Torosidis nel ruolo di terzino, rilanciare Castan o lanciare Gyomber come centrale, alzare Florenzi esterno d’attacco; 2) virare sul 4-2-3-1 con Nainggolan e Vainqueur davanti alla difesa, mettendo Pjanic trequartista.
La disposizione del Palermo - due punte che non danno punti di riferimento come Trajkovski e Quaison, più Vazquez trequartista tra le linee avversarie - fa pensare più al primo caso.
L’avvicinamento alla gara di domenica sarà fondamentale. Sabatini e Baldissoni, nel dopo-gara di Borisov, si sono fermati a parlare con il «tattico» Beccaccioli. Le dichiarazioni di Florenzi («Noi giocatori abbiamo preparato la gara malissimo») non sono passate inosservate. La squadra è davvero forte solo nell’undici titolare, ma appena c’è qualche problema si vedono i «buchi» nella costruzione. Come nasconderli tocca a Garcia. È nel contratto.