29/10/2015 12:08
IL TEMPO (T. CARMELLINI) - La Roma passeggia sull'Udinese e si riprende d'autorità la vetta di un campionato anomalo che non ha ancora trovato il suo padrone. Ma la strada è lunga soprattutto dopo una serata che ha visto Fiorentina e Napoli rispondere ai giallorossi, restare a -2, scivolare la Lazio a Bergamo, ma anche inciampare la Juventus campione in carica contro il Sassuolo dell'ex giallorosso Di Francesco. Ora la corazzata bianconera viaggia con undici punti di ritardo dalla capolista: non pochi dopo dieci giornate di campionato.
Tutto facile all'Olimpico per la Roma contro la squadra di Colantuono troppo più in basso come categoria e che si ritrova davanti un gruppo che continua a macinare gol. Diciassette quelli realizzati nelle ultime cinque uscite di campionato dagli uomini di Garcia che viaggiano in vetta anche alla classifica delle squadre più prolifiche a quota 25 con ben tredici marcatori diversi. Apre Pjanic (sesto sigillo stagionale), poi Maicon e Gervinho in quella che non è mai una partita vera. Troppo più forte la Roma «straniera» che vede in campo un solo italiano: capitan Florenzi (per la prima volta con la fascia al braccio dall'inizio complici le assenze di Totti e De Rossi).
All'Olimpico, ancora senza Curva «chiusa» per protesta, cala un silenzio surreale. Non sembra una partita di campionato ma un allenamento a Trigoria, anche perché la differenza tecnica tra le due squadre è a dir poco imbarazzante. La Roma ci mette quattro minuti per passare in vantaggio e nove per archiviare la pratica Udinese. Protagonista assoluto dell'avvio al fulmicotone della Roma Maicon rispolverato da Garcia esattamente un mese dopo l'ultima uscita da titolare contro il Carpi sempre all'Olimpico. Il brasiliano lo ringrazia con un assist e un gol in meno di dieci minuti (oltre a una gran palla che Florenzi butta via calciando alto in corsa): non male per uno che in molti si erano affrettati a dare per morto.
L'Udinese appare rassegnata, resta lì immobile anche nella ripresa e alla Roma va benissimo così con la delicata trasferta di San Siro alle porte. La squadra di Garcia gioca al piccolo trotto, padrona in tutte le zone del campo e non finisce in goleada solo perché ai giallorossi va benissimo anche così. Gervinho mette la ciliegina sulla torta imbeccato benissimo da un grande affondo di Manolas, poi il tecnico francese inizia a cambiare: fuori proprio l'ivoriano per Iturbe, poi primi minuti stagionali di riposo per Manolas sostituito da Gyomber. Poi, come da contratto, la cosa che sporca un serata praticamente perfetta: distrazione difensiva e gol di Thereau: 3-1, cambia solo l'umore di Szczesny non il senso globale di un mercoledì che ha aperto la porta all'inverno.
L'ultima gioia per i tifosi romanisti arriva a tempo praticamente scaduto quando il tabellone dell'Olimpico si illumina per il vantaggio dell'Atalanta a Bergamo contro la Lazio: 2-1. Ma nella Capitale si sa, il derby è dietro l'angolo... sempre.