LA REPUBBLICA (B. FERRARA) - Improvvisamente piccola. A Napoli la Fiorentina aveva perso, ma giocato alla grande. Tenuto il campo, il possesso palla, divertito i suoi tifosi e impaurito quelli avversari. Stavolta, invece, contro l’ultima in classifica del campionato polacco, i viola sono diventati improvvisamente fragili, entrando in una second life fatta di errori e di egoismi. Una sconfitta meritata, quella contro il Lech Poznan, per un verdetto poco allegro, visto che adesso la squadra di Sousa è ultima nel suo girone. È chiaro che niente è perso, ma di sicuro il tecnico portoghese dovrà capire se questa partita sbagliata è un sintomo di cui preoccuparsi o solo l’effetto di una causa in parte obbligata dal calendario: ovvero i nove titolari nuovi di pacca (rispetto a Napoli) che raccontano un turn over prepotente in vista della super sfida con la Roma. Certo che tra Borja Valero e Verdù ci sono molte categorie, Suarez è ancora poca roba, Pepito (gol a parte) è ancora in cerca di se stesso e Babacar un ragazzone di talento che però troppo spesso ti fa rimpiangere il tostissimo Kalinic, quello che segna e lotta. Cosa che il giovane senegalese ancora non riesce a fare con coerenza, facendo un po’ indispettire anche i tifosi con un colpo di testa nel finale che avrebbe salvato la serata e l’umore a tutti. Un colpo da due metri a porta spalancata che Babacar butta via.