27/11/2015 16:11
LA REPUBBLICA - Just do it. Fedele allo slogan dell’azienda con cui collabora da trentotto anni, Lord Sebastian Coe lo fa e basta: lascia la Nike. Troppe voci e dubbi sul suo ruolo di ambasciatore della più grande corporation dello sport che gli stacca un assegno da 142mila euro l’anno e quello di presidente della Iaaf, la federazione di atletica che guida da agosto scorso. Troppe pressioni, soprattutto dai media britannici, a sciogliere l’ambiguità e il sospetto di un conflitto di interessi. Giorni duri per il due volte olimpionico dei 1500 e architetto di Londra 2012: dopo aver deciso col suo governo di sospendere la federazione russa per lo scandalo doping, una nuova tegola. In una conferenza stampa a Montecarlo dopo un consiglio della Iaaf, Coe ha spiegato: «Ho valutato opportuno fare un passo indietro perché, soprattutto in un periodo delicato come questo, non servono distrazioni o fastidiosi rumori». Provocati anche dall’assegnazione senza una votazione dei mondiali 2021 di atletica a Eugene, in Oregon, non lontano dalla sede ufficiale della Nike (a Beaverton). «È chiaro che la percezione delle cose e la realtà sono state orribilmente alterate ma ma la situazione che si è creata non fa bene nè alla federazione nè alla Nike».