Derby, 5 Daspo e 20 ultrà fermati

09/11/2015 13:51

IL MESSAGGERO (L. LIPPERA) - Nulla prima, nulla durante, nulla dopo. La domenica che doveva essere ricordata per gli scontri attorno all’Olimpico in occasione del derby Roma-Lazio è stata una giornata alla camomilla come non se ne vedevano da decenni. Gli oltre mille agenti schierati dalla (c’erano perfino i cannoni ad acqua) devono aver convinto anche i più malintenzionati che era meglio non cercare guai. Gli ultrà che protestano contro la riorganizzazione delle curve voluta dal prefetto hanno pensato che restare alla larga e creare vuoti mai visti allo stadio (la Nord era vuota) fosse ancora una volta il modo migliore per farsi sentire. Così, a parte l’identificazione di una ventina di hooligans stranieri e cinque Daspo, la giornata alla fine è risultata surreale: ci si aspettava di tutto, si pensava alla guerriglia, ma ieri il Foro Italico, in un’atmosfera lunare, sembrava in tutto e per tutto il Mare della Tranquillità.

PANINI E BIRRA I tifosi della , anziché andare all’Olimpico, si sono ritrovati davanti a un maxischermo allestito ai campi sportivi di via Vincenzo Bona al Tiburtino: tante ragazze, intere famiglie, persone anziane, pizza, panini e qualche birra. La partita l’hanno vista da lì. Cori di protesta contro il , Franco , additato come l’artefice della suddivisione delle curve. Striscioni bene in vista: «Non chiamatelo derby...», «Fuori per dignità e rispetto della storia, che il nostro grido vi porti alla vittoria». «Siamo qui per protestare contro le misure decise dalla Prefettura - hanno detto in tanti - Non essere allo stadio è una grandissima rinuncia. Ma la nostra dignità personale è più importante».

Per le migliaia di agenti in campo, giornata quasi inoperosa. Ma la prevenzione non si è fermata. Due romanisti che tentavano di scavalcare i cancelli e due laziali che accedevano un fumogeno sono stati sanzionati con il Daspo. Venti ultrà arrivati da Inghilterra e Norvegia sono stati identificati e trattenuti per qualche ora. La polizia ha perquisito le abitazioni di alcuni esponenti del tifo organizzato: sequestrati un coltello a serramanico, petardi e fumogeni. Ma nulla di più. I sostenitori della Roma, nel frattempo, cercavano di far sentire alla squadra tutto il loro affetto. Circa settecento giallorossi hanno intonato a lungo cori sotto le finestre dell’albergo di Monte Mario, l’Hilton, dove aveva portato in ritiro la squadra. Alla vista dei giocatori un solo coro: «Combattete per noi». La , sempre più vuota, ha detto tristemente il resto.