11/11/2015 16:04
LA REPUBBLICA (E. CURRO') - Affrontando dopodomani in Belgio la nazionale più forte del mondo (ranking Fifa dixit ), l'Italia di Conte non inaugura soltanto il ciclo delle amichevoli ad alto rischio con le favorite dell'Europeo, che proseguirà a marco con Germania e Spagna. In questi duelli è la Figc stessa a giocarsi il prestigio internazionale e l'annesso potere contrattuale, oggi ridotto ai minimi termini della storia azzurra per due fattori extracalcistici: la ricaduta della crisi globale di uno sport fiaccato dal caso Fifa, con annessa perdita di credibilità e di appetibilità per gli sponsor, e soprattutto gli scandali nostrani, che fanno vacillare Figc e Leghe, entrate in campagna elettorale permanente, con l'ombra del commissariamento. P
iù ancora delle incaute esternazioni del presidente federale Tavecchio e del caos in Lega Pro, sono i guai di Infront a disegnare danni economici in prospettiva. I vertici dell'advisor della Figc sono sotto inchiesta della magistratura milanese e le trattative con gli sponsor, già laboriose, hanno subito una frenata. Ragioni di ovvia opportunità hanno ad esempio indotto un ente statale come l'Eni a congelare l'accordo da 13 milioni (per 4 anni, ma 1 è già passato). La Figc non perderà soldi fino al 2018: è tutelata dal minimo garantito da Infront di 57 milioni. Ma è evidente il futuro pericolo di perdere copertura pubblicitaria e di pagare sia la corsa al ribasso sia la freddezza delle aziende più importanti. Il solido legame con la Rai frutta 65 milioni fino alle qualificazioni al Mondiale 2018 e un'altra sessantina di milioni per le amichevoli. Emergono tuttavia lievi segnali di disaffezione del pubblico televisivo: se nelle qualificazioni europee l'Italia di Donadoni del post-trionfo 2006 aveva toccato gli 11 milioni di telespettatori (Scozia-Italia 2007) e quella di Prandelli del post-crollo sudafricano aveva sfiorato i 9 milioni per un appuntamento minore (Italia-Far Oer 2011), la recente flessione di ascolti (Italia Malta 6,3, Italia-Bulgaria 6,5 ) ha destato allarme. Quanto agli stadi, l'Olimpico di Roma mezzo vuoto con la Norvegia e il flop dell'agenzia inglese organizzatrice dell'amichevole di giugno a Ginevra col Portogallo orfano di Cristiano Ronaldo ( 2 milioni di perdita ) suscitano inquietudine per l'amichevole di martedì a Bologna con la Romania: di solito il campo neutro garantisce almeno un buon ingaggio (a Ginevra fu di 1,5 milioni ). Per questa, dirottata a Bruxelles dai problemi del Kuwait con la Fifa (in Medio Oriente l'ingaggio sarebbe stato di 600 mila euro, in Belgio sarà di 350 mila), la Figc punta tutto su Conte. Con Azerbiagian (5,4 milioni di telespettatori alle 18) e Norvegia (7,4) il bel gioco ha riportato il calore del pubblico. E il ct, che studia una squadra d'attacco in grado di cambiare 3 moduli nella stessa partita (4-2-4, 4-3-3, 3-34), teorizza sacchianamente la superiorità del collettivo sui singoli. «Ha saputo convincerci che, giocando da squadra, si può battere anche chi ha più talento». Parola di Montolivo: forse il dopo Pino è già iniziato. «Lui è il calcio, ma prima o poi la Nazionale dovrà farne a meno». Lo ha già fatto con Balotelli, se Okaka fornisce l'indizio. «Io non mi sento il suo fratello buono, non giudico nessuno. Di sicuro sono tranquillo e perbene».