17/11/2015 14:53
LA REPUBBLICA (F. MENSURATI/E. RANDACIO) - «False comunicazioni agli organi di vigilanza (la Covisoc, ndr)». Oltre alla «turbativa d’asta» per l’assegnazione dei diritti televisivi della Serie A del prossimo triennio. Ma, dopo le contestazioni formali della procura di Milano, nel calderone dell’inchiesta che coinvolge già tre presidenti di A e B (Preziosi, Lotito e Paparesta), e i vertici di Infront, aleggia anche il sospetto più pesante: la creazione di fondi neri. E’ l’ipotesi agli atti dell’inchiesta milanese, che tenta di risalire a un fiume di denaro che dai bilanci malandati del calcio verrebbe dirottato, dalla società Infront Italia, advisor della Lega calcio, verso altri, meno chiari, lidi.
«INDEBITI PROFITTI» – La guardia di finanza, nei due rapporti che hanno dato il via a questa inchiesta — e che Repubblica è in grado qui di riassumere — , dopo aver descritto il giro vorticoso di questi soldi parla senza mezzi termini di «indebiti profitti», lasciando agli sviluppi dell’inchiesta il compito di capire chi, da ultimo, tragga il vantaggio. Tutto come ormai era chiaro, ruota intorno alla fiduciaria svizzera «Tax and Finance». Uno studio che come hanno esplicitamente sostenuto i pm Roberto Pellicano, Paolo Filippini e Giovanni Polizzi, si occupa per lo più di creare fondi neri. Più esattamente: «Il tipo di attività garantito da T&F s.a. — scrivono i magistrati — concerne sostanzialmente la creazione di strutture societarie off-shore destinate a gestire occultamente risorse finanziarie ovviamente generate in modo illecito». Ora, stando a quanto risulta al Nucleo di polizia tributaria, dei «circa 300 clienti italiani» della Tax and Finance, tra i quali «famiglie titolate con cospicui patrimoni, professionisti, manager e sportivi», Infront è senza dubbio, «il cliente remunerativo», sottolineano in una informativa. La società fondata e presieduta da Marco Bogarelli, fino a pochi mesi fa l’uomo più influente del calcio italiano, «ha — insistono nel loro ragionamento i finanzieri — 20 filiali in tutto il mondo, 500 dipendenti e tra i clienti Fifa, Lega Calcio (per la quale è advisor nella vendita dei dirittitv di Serie A, ndr), Serie B, Coppa Italia e Supercoppa italiana, oltre alle società Ac Milan, Ss Lazio, Schalke 04 e Werder Brema».
«SOCIETÀ FITTIZIE» – Insomma, da una parte abbiamo uno studio svizzero di commercialisti specializzato nella creazione e gestione dei fondi neri; dall’altra una società praticamente monopolista nel calcio italiano. Come queste due entità interagiscano è ancora la Finanza a spiegarlo. Dalle indagini, infatti, «emerge il ruolo baricentrico dello studio T&F, che si frappone tra il cliente e gli altri interlocutori economici, attraverso le proprie società fittizie, appositamente create e amministrate per perfezionare operazioni strutturate ad arte e finalizzate alla raccolta di indebiti profitti».
«VARIE PRATICHE SPORTIVE» – Non è un caso che la Tax and Finance gestisca «numerose “pratiche” riconducibili a sportivi che gravitano nella galassia Infront». I finanzieri nella loro analisi individuano in particolare due società create ad arte dai commercialisti di Lugano per «servire» il super cliente Infront. Due veicoli denominati Aloca e Deruta (nome di non particolare fantasia, quest’ultimo, considerando che la sede legale di Infront Italia sia in via Deruta 20, a Milano). Cosa intendano i finanzieri per «frapporsi» tra cliente e interlocutori, lo può spiegare bene un esempio contenuto nella stessa relazione, dal quale, tra l’altro emergono riflessi non proprio rassicuranti sulle modalità di pagamento nel calcio mercato italiano.
I RAPPORTI CALIENDO-LOTITO – Tra le carte messe a disposizione degli indagati, emerge anche la scheda che coinvolge il patron del Modena, Antonio Caliendo, e il numero uno della Lazio, Claudio Lotito. Caliendo, un altro fedelissimo di T&F, alla fiduciaria svizzera consente di «intervenire direttamente della gestione amministrativa» delle sue società. E così si spiega la richiesta che Caliendo richiede a T&F per «predisporre una lettera di sollecito al presidente della lazio, Lotito, intimandolo di provvedere al pagamento di un importo dovuto (potrebbe riguardare la posizione del calciatore Santos Ederson)». Importo — questo il sospetto — che sarebbe stato saldato attraverso off shore.