I veleni del mondo del calcio (poltrone, soldi, privilegi...)

02/11/2015 16:46

REPUBBLICA.IT (F. BIANCHI) - Il cerchio si stringe: la caccia al Corvo di Via Allegri (e forse anche di Piazzale Flaminio) è quasi finita. Due persone sono sotto indagine, i sospetti su di loro si infittiscono, presto potrebbero essere presi dei provvedimenti disciplinari: si stanno controllando i sistemi informatici della Figc perché ultimamente sono uscite troppe cose riservate che non dovevano uscire. Come noto, a via Allegri c'è un cervollone, il Ced, e da lì passa tutto. Poi, qualcuno fa uscire le polpette avvelenate all'esterno. Le frasi terribili di Felice Belloli invece erano venute fuori dall'ambiente della Lega Nazionale Dilettanti, in piazzale Flaminio, anche se con notevole ritardo e fra un'omerta vergognosa: era il tempo, quello, della guerra per bande. E chi era stato emarginato c'era rimasto male: ora tutto pare si sia ricomposto, per un anno almeno il presidente sarà Antonio Cosentino e chi era stato messo in disparte (e temeva di perdere soldi) dopo la caduta di Belloli ora è tornato in auge.

Tutto tranquillo quindi da Piazzale Flaminio? Più o meno, di sicuro da quelle parte girano ancora due nemici di Tavecchio. Uno è Felice Belloli, presidente della potentissima Lnd per pochi mesi dove ha creato danni enormi: squalificato per 4 mesi per la terribile frase sulle "quattro lesbiche", ora è stato nuovamente deferito per altre frasi pesantemente sessiste nei confronti di alcune dipendenti (ed ex), pare 3-4. E pare anche che Belloli fosse recidivo, già quando era il n.1 del Cr Lombardia si comportava così. Ma il comportamento di Belloli, non solo le sue frasi, adesso sarebbe al vaglio anche della Procura della Repubblica di Roma: di recente il dirigente lombardo sognava di poter tornare a Piazzale Flaminio. Meglio che si metta il cuore in pace. E poi, c'è Pastore, ex presidente del Comitato Regionale Campania, ora commisariato: una vicenda pesante (anche qui indaga la magistratura) dove ci sono, ci sarebbero, di mezzo non pochi soldi. Lo stesso Malagò, in occasione della Giunta Coni di Torino, aveva voluto fare pubblici elogi a Tavecchio perché aveva commissariato il Cr Campania (tra l'altro Pastore era da tempo in rotta di collissione anche con il presidente del Coni Campania, Cosimo Sibilia). Anche qui, ovviamente, indaga Stefano Palazzi. Infine, la Lega Pro: il commissario Tommaso Miele sostiene che non c'è caos (perché non si informa meglio?) e ha promesso elezioni il 22 dicembre. Se è solo una mossa per prendere ulteriore tempo (sinora Miele non ha fatto nulla, se non litigare con Dino Feliziani...) si scoprirà presto: i club sono sul piede di guerra e potrebbero anche decidere di non scendere in campo. Ci manca solo uno sciopero... In una recente riunione in Figc, qualcuno ha detto chiaramente che teme le elezioni di dicembre ("sarebbe la nostra fine") perché il candidato numero 1 resta Gabriele Gravina, fedelissimo di Giancarlo Abete, anche se nel frattempo c'è la ricerca frenetica per trovare un suo rivale, ed è stato scomodato anche un dirigente toscano amico di Matteo Renzi. Ma non si sa nemmeno se si candida, e soprattutto quanti lo votano.

Un blocco del Nord, guidato da Macalli-Pitrolo, inoltre spinge Ernesto Paolillo, ex ad dell'Inter ai tempi di Moratti: ma pure lui non sembra avere solidi appoggi. Se vince Gravina, torna subito Francesco Ghirelli, che potrebbero comunque tornare lo stesso in virtù in ufficio dalla decisione del giudice del lavoro di Firenze. La Lega Pro conta per il 17% nelle elezioni del presidente (anche adesso che ha 54 squadre e non più 90 come qualche anno fa): Ghirelli-Gravina sono contro Tavecchio? Sono sicuramente contro Claudio Lotito, su questo non ci sono dubbi. Le elezioni della Figc sono dopo le Olimpiadi di Rio, a inizio 2017: c'è ancora molto tempo. Ghirelli potrebbe essere un candidato alternativo, a meno che chi fa circolare il suo nome adesso voglia tentare di bruciarlo. Tavecchio è ancora saldo in sella? Bisognerà vedere in questi giorni, anche se i suoi Grandi Elettori non si sono espressi contro nemmeno in questa occasione. Il Coni può fare poco o nulla ma Renzi è infuriato, e questo può anche pesare molto. Tavecchio ha sbagliato in quello sfogo, è cascato nella trappola. Non è razzista e nemmeno antisemita ma purtroppo è ricorrente nelle sue gaffes. Lui voleva fare solo una battuta, ma dire "ebreaccio" non è come dire "romanaccio". Lui voleva solo dire che quel costruttore, Anticoli, è bravo a fare i suoi interessi. Ma ha sbagliato tutto, su questo non ci sono dubbi. Le parole pesano come macigni, certe cose non si dicono nemmeno al bar. Tantomeno in un colloquio di lavoro (anche se estorto). Ora ci saranno denunce e querele, è certo. Il n.1 della Figc è caduto in un trappolone. Tavecchio non ha alcuna intenzione di dimettersi, anzi ha promesso vuole farla pagare cara a "certa gente". Ma la situazione è complicata, le pressioni sono tante: lo sa Malagò, e pur essendo stato il primo difensore di Tavecchio, ora appare fortemente preoccupato.

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