07/11/2015 18:53
LA REPUBBLICA (F. BOCCA) - Prima del derby di Roma c'è stato un altro derby, quello tra Roma e Milano. E non è andato benissimo: ha perso la Roma ed è stata scavalcata dall'Inter, ha perso la Lazio ed è stata scavalcata dal Milan, e complessivamente Milano ha scavalcato Roma. Che se ci si pensa non è propriamente un'anomalia, anzi: in quanto a scudetti Milano batte Roma 36 a 5. Ma si pensava che la storia pótesse cambiare, che Milano non fosse più così fortunata e Roma così sfigata. Sei punti in fumo e via così, tutti a farsi mille domande su dove stia andando il calcio romano. Se sia finalmente al livello scudetto o se sia ancora al "vorrei ma non posso", in un eterno limbo al di sotto dei veri padroni. Siano italiani o stranieri. Insomma prima di un derby in cui giocarsi un pezzo di futuro, non si può non notare il resistente filo che unisce il destino delle due romane. L'eterna ricerca di un grande trofeo che giustifichi tanta, straripante passione, mai ripagata nella giusta maniera. Altrimenti rimane più o me-no tutto racchiuso nella sfera del derby o nella circonferenza del grande raccordo anulare. C'è da dire però che la doppia sconfitta con le milanesi è stata una preparazione democratica e imparziale alla stracittadina. La Lazio infatti ha sentito molto di più i morsi del liscia e busso subito dal Milan, tanto che Lotito si è subito precipitato a Formello a dar manforte a un Pioli abbacchiatissimo, fare il classico discorso degli attributi e cercare di tenere compatta la squadra prima che si sfasci sotto il peso delle troppe sconfitte. Avrà raggiunto il suo scopo la frustata all'orgoglio biancoceleste? Bastassero le ramanzine dei presidenti vincerebbero tutti gli scudetti e nessuno retrocederebbe in serie B. Restiamo al punto che il campionato dovrebbe consolare una Lazio che ha cominciato la stagione in maniera traumatica —il ko in Supercoppa, la scottante eliminazione dalla Champions League — ma alla fine i problemi sono sempre quelli su qualunque fronte si giochi. E dunque il livello di allarme sale.
Al contrario i dolori della Roma, al momento, non sono in campionato ma in una Champions League che le ha succhiato tantissime energie dal punto di vista psicologico e dell'equilibrio interiore. In campionato i rimpianti sono tutto sommato pochi, anche se ritrovarsi in questa bagarre con quattro o cinque squadre, nell'anno in cui manca clamorosamente all'appello la rivale storica di questi anni, e cioè la Juve, fa comunque venir meno qualche certezza e provoca qualche ansia. Ma come, se non c'è la Juve non ci dovrebbe essere subito la Roma? Scottato dall'e-sperienza dello scorso anno Rudi Garcia ha abbandonato i panni di Capitan Fracassa e cambiato anche pelle alla squadra. E' tornato, si direbbe, alla prima Roma, una squadra molto italiana, lasciato perdere le sirene del "pos-sesso palle, che richiamano il Barcellona e il Bayern, per andare al sodo, pensare al concreto. Sempre però con qualche cronica fibrillazione, tipica del dna giallorosso. Bisogna battersela non solo col derby ma anche con l'Inter, il Milan, il Napoli e così via Questo è il campionato dei cento occhi e dei cento fronti. Sarà un derby anomalo per via delle curve in aperta contestazione, in eterno sciopero: o contro Lotito, o contro Pallotta, o contro il prefetto. Da qualche anno si va avanti così: l'episodio razzista, lo striscione vergognoso, la protesta, i daspo. Non è possibile che le curve facciano ormai più notizia della partita, Se certe situazioni esistono, se i controlli sono aumentati e diventati ossessivi, se Pallotta ha mandato a quel paese certi ultras, è perché li, in quelle curve, si è spesso perso il senso di civiltà. Più Roma che Lazio, certo ma nessuna delle due può permettersi di perderlo questo derby, scommetterei sul pareggio. La Lazio soffre il momento no, probabilmente la scarsa forma di alcuni giocatori che lo scorso anno erano stati fondamentali: Marchetti, Candreva, Felipe Anderson, Kiose su tutti, Highlander biancoceleste che vede aumentare gli anni e diminuire drasticamente i gol. Senza contare che anche qualcosa nello spogliatoio deve essersi rotto se Lotito va a Formano a fare quella pubblica scenata. Possibile che tutto risalga a quella fascia di capitano data a Biglia e non a Candreva? La Lazio ha problemi di equilibrio, di fiato, di gol, ma probabilmente anche qualche fantasma da scacciare. La Lazio è sull'orlo di una crisi di nervi, mentre la Roma ha solo dei problemi tecnici da risolvere. La scommessa Sczcesny è stata azzardata; l'uomo faro della Roma finora è stato Pjanic e non ci sarà perché va bene tirare le punizioni ma bisogna anche giocare con la testa; Dzeko non fa gol e potrebbe rivelarsi alla fine un bidone; e cosa succederà se Gervinho e Salah saranno invischiati in una melassa di terzini come con l'Inter? Ma è soprattutto, per la Roma, il primo derby dell'era post tottiana. E' un derby anomalo anche per quello.