07/11/2015 14:26
IL TEMPO (A. SERAFINI) - «Nessuno vuole stare lontano dalla nostra Curva, ma staremo fuori fino a che non sarà liberata! Se un uomo viene offeso risponde, se vogliono sottometterlo si difende, se lo accusano di ciò che non ha fatto si ribella. Fuori e fuori ancora finché la nostra Curva è terra di conquista, fino a che succedono queste cose come se niente fosse, fuori fino a quando non potremo tornare a tifare liberamente e non come cagnolini ammaestrati. Abbiamo speso dei soldi, magari facendo sacrifici, ma questo non è quello che abbiamo comprato».
La Curva Sud non è mai stata così compatta. Durante questi mesi in cui la protesta contro le decisioni prese dalla Questura e dal prefetto Gabrielli si è protratta, i rappresentanti del settore più caldo del tifo romanista hanno espresso chiaramente i loro pensieri, attraverso comunicati periodici. «Possono mettere quante barriere vogliono, ma non riusciranno mai a dividere il nostro ideale. La Curva Sud rimarrà a casa, per non dare adito a strumentalizzazioni, per salvaguardare tutti i ragazzi, per dare uno schiaffo morale a chi vorrebbe metterci il bavaglio. Noi non siamo in vendita, non accettiamo compromessi, non molliamo di un centimetro. Finché la nostra Curva non sarà liberata, finché l’As Roma non aprirà gli occhi».
Non sono bastati gli appelli di Garcia, Pallotta e Florenzi in questi mesi, la Sud cede di un passo. «Ora sta alla società dimostrare a tutti la sua buona fede e dimostrare soprattutto di non voler cancellare per sempre la parola Passione da quello che da sempre è il fulcro del tifo della A.S. Roma: la Curva Sud». Buon derby a tutti.