08/11/2015 15:24
IL MESSAGGERO (M. EVANGELISTI) - Sarà il primo derby da quando è iniziata la protesta delle due tifoserie organizzate contro la divisione delle curve disposta dalla Prefettura. E il grado di preoccupazione - altissimo come ha ammesso lo stesso prefetto di Roma, Franco Gabrielli - non è causato solo da quanto potrà succedere all’interno dell’Olimpico (dove gli ultrà non entreranno), ma dai rischi di disordini all’esterno. Fino ad oggi la protesta è rimasta nei recinti della legalità, ma questo pomeriggio potrebbe succedere altro e l’obiettivo non sarà la tifoseria avversaria, ma le istituzioni e dunque le forze dell’ordine. La Questura giudica assai pericolosa la presenza di una cinquantina di rappresentanti di tifoserie straniere, alleate dei laziali (inglesi, spagnoli, polacchi, forse anche bulgari). Non si tratta di una novità, era già successo in passato, ma in questo caso gli hooligans non italiani potrebbero essere in prima linea nel causare problemi, perché rischiano meno dal punto di vista sanzionatorio. Altra incognita: le azioni di cani sciolti, di vera e propria guerriglia urbana, lontano dallo schieramento delle forze dell’ordine. Per questo anche ieri in città è stata dispiegata una rete di vigilanza diffusa.
Roma-Lazio (ore 15): in 35 mila saranno sugli spalti dell’Olimpico, ma l’attenzione della macchina della sicurezza è rivolta alle migliaia di tifosi della Sud e della Nord che resteranno fuori. Ci saranno tre presidi dei reparti mobili in altrettante aree strategiche: Ponte Milvio, piazza Mancini e Ponte della Musica. In totale polizia, carabinieri e finanza saranno ben oltre quota mille unità; se si contano anche i vigili urbani si può prevedere uno spiegamento di forze non lontano dai 1.500 uomini. All’interno ci saranno circa 800 steward. In una situazione inedita come quella di oggi, il lavoro di intelligence è fondamentale. Nei dossier c’è la presenza da venerdì di una trentina di tifosi del West Ham (squadra londinese), che gravitano in hotel e b&b in zona Termini. A questi si aggiungono rappresentanti degli Shark del Wisla Cracovia (dunque polacchi) e del Real Madrid (Ultrà Sur). In totale si arriva a quota 50, frange estreme arrivate dall’estero che hanno poco da perdere. Non è esclusa anche la presenza di un’altra tifoseria alleata con i laziali, quella del Levski Sofia, già presente nella Nord in occasione del derby di ritorno del campionato scorso. I quartieri attorno all’Olimpico saranno dunque in stato di assedio. Una squadra della Polizia Fluviale controllerà il bacino del Tevere, dall’alto ci sarà la sorveglianza degli elicotteri di polizia e carabinieri.
Ma certamente ci saranno scontri, azioni dimostrative o assalti ai reparti mobili? No, perché fino ad oggi - è bene ricordarlo - la protesta contro la riorganizzazione delle due curve (con la divisione dei settori e un’applicazione rigorosa dei posti numerati) è sempre stata civile. Ma restano le conclusioni dell’Osservatorio del Viminale e della Questura, dopo la riunione del comitato che venerdì doveva preparare il piano di sicurezza: «Il derby è ad alto rischio». Il prefetto Franco Gabrielli ha ribadito che chi andrà in cerca di guai, non resterà deluso: «La risposta sarà repressiva per tutti i comportamenti lesivi dell’ordine pubblico e della sicurezza».