Furia Pallotta sui media

10/12/2015 13:49

IL TEMPO (A. AUSTINI) - Se la immaginavano decisamente diversa la loro prima volta tra le 16 migliori d'Europa. A e non era mai successo, ma non possono godersela fino in fondo: la Roma passa il turno e l'Olimpico, o quel che ne rimane, fischia come nelle serate peggiori. Se la qualificazione premia i giallorossi ben al di là dei meriti conquistati sul campo in questo girone di , i tifosi non le risparmiano nulla e scrivono un'altra pagina probabilmente unica del rapporto tra le gente e una squadra.

Ognuno si può fare la sua idea, quella di è chiarissima e potrebbe segnare un punto di rottura definitivo. «Alcuni di voi - dice rivolto ai giornalisti prendendosela però con tutto l'ambiente - hanno lasciato soli questi ragazzi. È un gruppo formato da ragazzi giovani e grandi uomini, sta diventando stancante ascoltare ogni giorno questo attacco contro di loro. È frustrante venire qui e sentire i fischi perché passano indietro il pallone al : accade soprattutto per quello che dite alla radio o scrivete ogni giorno. Prima poi qualcuno di voi deve iniziare a crescere e rispettarli come meritano. Siamo agli ottavi di adesso, stiamo lavorando sodo, loro ci tengono come tutti noi qui e del resto non me ne frega niente. Basta tartassare i giocatori, la squadra è cresciuta nel secondo tempo, dimostrando passione».

Quanto sia difficile far calcio a Roma lo prova sulla sua pelle ogni giorno e va un po' più cauto, anche se il senso è lo stesso del presidente: «Con questo ambiente negativo - spiega l'allenatore - aver superato il girone è un messaggio ancora più forte. Senza la l’ambiente è diverso allo stadio. I ragazzi hanno fatto di tutto per segnare e vincere, ci sono stati 24 tiri in porta». Vero, ma un gioco organizzato e credibile non s'è visto neppure stavolta. «Certamente potevamo fare meglio - prosegue Rudi - non serve ricordare i giocatori che abbiamo in infermeria: in panchina come soluzione offensiva a parte non c’era nessun altro. ha chiuso la partita con i crampi e non potevamo cambiarlo. Fino all’ultimo abbiamo provato a segnare e abbiamo tenuto un buon equilibrio. Sapevamo che il Leverkusen non stava vincendo, almeno abbiamo avuto fortuna: le parate di e il pari del ci hanno salvato. Il passaggio del turno è il primo obiettivo della stagione che abbiamo centrato. Volevamo vincere, ma alla fine il pareggio ci è servito come il pane. Siamo contenti, soprattutto perché a febbraio avremo altre forze e un altro momento». La Roma di adesso resta in crisi di gioco, identità, fiducia. «Giocano sempre gli stessi - la spiegazione del tecnico giallorosso - è un momento complicato, ci mancano i due punti di e i due di Torino che era possibile prendere. Serve fare risultati anche nelle difficoltà. Ora restano tre partite alla fine dell’anno, per dobbiamo recuperare in fretta».

Chiusura con l'analisi di . «I tifosi possono liberamente scegliere di sostenere o fischiare la squadra - dice il - noi non cambieremo il nostro atteggiamento. Cercheremo di lavorare per meritarci gli applausi. I fischi sicuramente non aiutano la squadra. Se qualcuno pensa che così si aiuta la squadra, si sbaglia». Ma difficilmente smetteranno di farlo.