01/12/2015 13:54
«Non pensate alla valanga, siate uomini, non voglio alibi ma non cercateli neppure voi. Ora il Torino, poi il Bate: una gara alla volta ne usciremo». Questo è il senso di un discorso durato cinque minuti che Rudi Garcia ha fatto alla squadra nella giornata di ieri. E vicino alle parole, la comunicazione alla squadra del cambio di programma: via il giorno di riposo fissato per oggi. E si va in ritiro un giorno prima del previsto. Rudi Garcia è dentro una campana di vetro: isolato dal mondo, la vita è solo dentro il villaggio di Trigoria.
E la società? James Pallotta è in arrivo, sarà a Roma tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima. Ma il presidente non condisce la delusione per gli ultimi risultati con l’isteria collettiva, con l’immediata necessità di cambiare convinzioni e programma. Perché agli occhi della proprietà Usa la Roma è tutto sommato in linea di galleggiamento rispetto ai programmi iniziali: qualificazione di Champions possibile e secondo posto a un tiro di schioppo.
Molto del domani di Garcia si deciderà contro il BATE Borisov, se non quello immediato quello futuro, da giugno prossimo. Dovesse davvero arrivare la valanga, la Roma ha l’obbligo di guardarsi intorno anche prima di giugno. Il problema è che di traghettatori veri non ce ne sono e quelli che eventualmente ci sarebbero anche, vogliono tutti altro: un progetto, un programma, un contratto lungo. Ed allora l’unico che nel caso potrebbe aiutare i giallorossi è Marcello Lippi. Sei mesi da allenatore, per poi magari fare da direttore tecnico. Per il futuro anche Di Francesco è stato già contattato e gli è stato chiesto di non prendere impegni
(gasport)