08/12/2015 13:15
IL TEMPO (A. AUSTINI) - «The big game». La grande partita. Eccola: Pallotta ricorda alla Roma che non c’è tempo da perdere in chiacchiere. Domani nel desolante e gelido Olimpico arrivano il Bate Borisov, abituato a un clima ben più rigido e da giorni al lavoro nella Capitale per preparare la gara più importante della loro storia. Se i bielorussi non si sono mai qualificati agli ottavi di Champions, la Roma non ci riesce dalla stagione 2010-11, l’ultima prima dell’avvento della proprietà americana.
Ci sono tredici milioni di motivi (e di euro) che spingono il presidente a caricare tutti in vista di una sfida cruciale da ogni punto di vista. Ieri mattina ha riunito nello studio Tonucci la dirigenza al gran completo: quattro ore di riunioni con Baldissoni, Sabatini, Massara, Zanzi e Zecca per affrontare il business a 360° di una società che, come ricorda il dg, «è quotata in Borsa e ha ricavi da 220 milioni di euro». Baldissoni esagera un po’, anche se l’obiettivo è di aumentarli a breve. Magari con un main sponsor: contatti in corso con un intermediario di Gazprom, ma al momento non risulta nulla di particolarmente concreto. Alle porte c’è invece una gara che la Roma non può permettersi di sbagliare. Garcia per primo: è al quarto tentativo di superare il primo turno di Champions, gli altri tre (due col Lille) li ha sempre falliti, stavolta potrebbe dargli una mano il Barcellona a Leverkusen. Se infatti i catalani non perdessero in Germania, i giallorossi potrebbero permettersi anche di pareggiare con il Bate e passare con la «miseria» di 6 punti.
Ma conta solo l’obiettivo e Pallotta ha voluto dar forza all’allenatore, con cui aveva appuntamento ieri a cena in attesa di presentarsi, probabilmente oggi, a Trigoria dove parlerà con la squadra. «Non abbiamo bisogno di incontrarci - sottolinea il presidente - ci sentiamo quasi tutti i giorni al telefono e siamo sempre in contatto. La partita col Torino? Abbiamo avuto un paio di occasioni per vincere, però quel rigore alla fine... Certo, se avessimo giocato meglio avremmo vinto. Ma è col Bate la grande partita». La Roma fa quadrato, almeno all’esterno, perché una volta deciso di confermare l’allenatore non ci si può comportare diversamente. Ecco perché Sabatini si spinge a dire: «Se affonda Garcia affondiamo tutti insieme, non vi fate strane idee sull’allenatore».
Poi quello che accadrà, come sempre, lo determineranno i risultati. Dal futuro del tecnico al destino dei dirigenti. Intanto Sabatini non perde tempo: concluso il lungo meeting con Pallotta, si è subito diretto a Milano per incontri di mercato. Nel mirino un difensore centrale giovane (occhio al Sudamerica) e un attaccante esterno per sostituire Iturbe.
Il presidente gli dà carta bianca e nel frattempo attende novità sul progetto del nuovo stadio. Stamattina è atteso all’apertura della Porta Santa insieme al dg Baldissoni, dove non incontrerà Lotito (non risulta tra gli invitati... ), domani vedrà il commissario Tronca e sarà in tribuna all’Olimpico mentre sabato dovrebbe lasciare l’Italia alla vigilia di Napoli-Roma. Peccato: anche quello è un «big game».