13/01/2016 13:09
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Nei mesi scorsi telefonava ai dirigenti della Roma per invitarli a sostenere Garcia. In un lampo si è ritrovato su un aereo diretto in Florida per prendere il posto del francese, quello che lui aveva lasciato dimettendosi il 1° settembre 2009 dopo quattro stagioni e sei partite, tre trofei vinti, uno scudetto sfumato e troppe promesse non mantenute dalla proprietà di allora. Il Luciano Spalletti bis dovrebbe essere nato nella notte italiana: mentre leggete è già successo, a meno di una rottura con Pallotta che avrebbe del clamoroso.
Il toscano si è imbarcato ieri mattina da Firenze, con scalo a Parigi, per raggiungere Miami intorno alla mezzanotte italiana. Intercettato e fotografato all’aeroporto di Peretola da un tifoso, ha ammesso: «Vado in America». Il presidente l’ha convocato come fece con Garcia nel 2013. Ma il biglietto Air France da quasi 5mila euro in classe business, ovviamente, l’ha pagato la Roma. Pallotta ha lasciato a Sabatini la parte più difficile - convincere il tecnico a tornare nel «tritacarne» di Trigoria - e ieri ha voluto metterci la faccia in prima persona, per dare l’impressione a Spalletti stesso, alla squadra e ai tifosi che la scelta finale resta comunque quella del padrone. L’allenatore aveva già raggiunto un’intesa di massima con Sabatini e il suo braccio destro Massara lunedì sera in Toscana: una chiacchierata fino a tarda notte (i dirigenti sono tornati a Roma all’alba), sul tavolo un contratto di 18 mesi con la possibilità di estenderlo per un’altra stagione, con ingaggio intorno ai 3 milioni di euro netti e legato agli obiettivi da raggiungere sul campo. Poi è toccato a Pallotta, assistito a Miami dal dg Baldissoni mentre il Ceo Zanzi è volato a Londra per altri impegni, limare i dettagli dell’accordo economico durante la cena con l’allenatore. Oggi il possibile annuncio, previsto contestualmente a quello ritardato (e imbarazzato) dell’esonero di Garcia.
Intanto Sabatini ha spiegato a Spalletti che troverà una Roma molto diversa da quella che ha lasciato. A parte i giocatori (Totti, De Rossi e Lobont i «superstiti» e De Sanctis già allenato a Udine), c’è una proprietà con cui interlocuire a distanza, uno staff di preparatori e medici scelto da Pallotta e due «analisti» di partite e avversari come Beccaccioli e Fioranelli portati invece dal diesse. Ma il toscano ha accettato senza riserve di collaborare con Norman & Co., apprezzando la presenza di professionalità accreditate a Trigoria. Dovrebbe portare con sé solo i due uomini «di campo» Domenichini e Baldini, poi è chiaro che qualcosa potrà essere rivisto nei prossimi mesi se si creassero incompatibilità nello staff. Spalletti ha parlato con Sabatini anche di ruoli, innesti di mercato, moduli di gioco e pare che i due, da sempre in rapporti cordiali, si siano trovati d’accordo su parecchi punti.
Insomma i buoni propositi per la rinascita della Roma spallettiana ci sono tutti, salvo «incidenti» avvenuti a Miami: essendoci in ballo due personaggi particolari come l’allenatore di Certaldo e Pallotta, a Trigoria hanno preferito mantenere una linea di prudenza.
Non solo. Sabatini ha anche avviato un piano-bis: contattato il ct uscente del Cile, Jorge Sampaoli, che ha dato la disponibilità a parlare con la Roma. Se la stagione fosse finita, probabilmente il diesse avrebbe convinto la proprietà a puntare sull’argentino (o sul suo maestro Bielsa), per non rischiare un flop in stile Zeman, ma l’urgenza della situazione gli impone una scelta più sicura e pronta. Garcia, intanto, è rimasto in sella, consapevole però che la sua avventura giallorossa è ai titoli di coda. In caso di problemi con Spalletti, toccherebbe a lui guidare la squadra domenica contro il Verona: assurdo ma inevitabile.
Se tutto invece è filato liscio negli Usa, il toscano prenderà il suo posto dall’allenamento di domani pomeriggio: Spalletti riparte stasera e sbarca a Fiumicino alle 12.30, seduta fissata alle 15.30. Il nuovo inizio di una storia bellissima e interrotta con l’amaro in bocca.