L’irriconoscibile Dzeko fa rimpiangere Sadiq

18/01/2016 14:03

IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - È un periodo strano in Casa Roma, non v’è dubbio. Il click invocato dal cacciato non si è ascoltato neppure contro l’ultima della classe con il neo assunto Luciano Spalletti in panchina. Il quale, se non altro, ieri ha capito alla perfezione in quale realtà si è calato. Il nuovo è apparso molto simile al vecchio, per dirne una; ma il tecnico di Montespertoli, per ora, non ha, non può avere (grosse) responsabilità. Tutto previsto, in un certo senso, visto che la bacchetta magica non ce l’ha nessuno. Ma arrivare addirittura a rimpiangere , il bambinone arrivato dal nulla, e a maledire , il centravanti inseguito per una vita e accolto come un re, va al di là di ogni immaginazione. La verità, però, è questa: alla Roma è mancato il baby nigeriano, due reti nelle due partite giocate con espulso o squalificato. Periodo strano o no? Il bosniaco senza sorriso non è più capace di far gol, ecco il punto. Contro la malandata difesa del Verona (2 punti su 9 conquistati contro la Roma...) ha avuto più volte la possibilità di colpire al cuore l’ex Del Neri ma gli ha sempre fatto il solletico, sbagliando anche l’impossibile.

CHI L’HA VISTO? - Troppo pippone per essere vero, Edin. Ci sono tante cose che non quadrano. Il capitano della Bosnia, ad esempio, appare completamente fuori condizione: lento, lentissimo, quasi piantato per terra. Scatto felino? Macchè: movenze pachidermiche. Se fino a poco tempo fa era stato lui a giocare per la squadra, ieri è stata la squadra a giocare per lui ma nulla è cambiato. Porta mai inquadrata, se non per colpire un palo alla destra di Gollini. Poco, troppo poco. E c’è chi sostiene, tra lo scherzoso e il serio, che il numero 9 della Roma abbia sbagliato così tanto perché non era più abituato a ricevere il pallone. E mo che è ’sto rotondo? La realtà offre poco margine alle battute, però. Tre gol in campionato, due dal dischetto. Condizione precaria, si diceva, ma non solo. , ad esempio, sembra esser crollato sotto l’aspetto psicologico, mettendo in mostra la forza mentale di un bambino dell’asilo. Impensabile per chi l’ha visto guidare con orgoglio e personalità la sua rabbiosa Nazionale. Ecco perché quello che va in campo con la maglia della Roma e il nome sulle spalle, in realtà, non è . Questo, più di ogni altro, lo spera Spalletti, «se avessi dovuto scegliere un centravanti avrei preso Edin», un uomo amante del paradosso.