18/01/2016 14:15
IL TEMPO (E. MENGHI) - L’interruttore è ancora su «off». La Roma cerca confusa equilibri che non si possono creare da un giorno all’altro e l’1-1 con il Verona è identico, non solo nel risultato, a quello con il Milan. Da Garcia a Spalletti non è cambiato nulla, o quasi, un’identità non può venir fuori da tre allenamenti e la squadra è sembrata persa nei nuovi schemi e moduli.
Tanti, forse troppi e tutti insieme per un gruppo che deve ritrovarsi: «Non abbiamo fatto una grandissima gara – ammette il tecnico toscano – È un risultato difficile da accettare, ma ci sono cose da salvare perché ho visto impegno in campo e dispiacere negli spogliatoi. Avevo tentato di dare un equilibrio alla squadra, la cosa che mi stava a cuore è che avesse più ordine, ma c’è da lavorare. Abbiamo pensato a due soluzioni, Pjanic accanto a De Rossi per gestire la palla e Nainggolan davanti, perché ha gli "strappi" alla Perrotta. Poi abbiamo cambiato modulo, siamo anche passati alla difesa a 3, i numeri tornano, è il modo in cui l’abbiamo fatto che non va tanto bene».
Le occasioni per chiudere la partita ci sono state, ma tra i vecchi problemi c’è anche il gol perduto di Dzeko, ben servito in almeno 3-4 circostanze ma clamorosamente impreciso: «Lui è un investimento importante anche come spesa e abbiamo la possibilità di aiutarlo. Ma in questi momenti si evidenziano le cose negative. Ha fatto un tiraccio, ma bisogna essere corretti e dire che gli è rimbalzata male. Lui deve essere bravo e dimostrare quel carattere che ha e non lasciarsi coinvolgere dagli umori del pubblico».
Errori davanti, errori dietro, la squadra non gira bene, ma certo i danni dei singoli non aiutano e Castan ne sa qualcosa: «Ho voluto – spiega Spalletti – dargli fiducia: dobbiamo recuperare qualche calciatore, siamo un po’ risicati. Pensavo potesse essere la gara giusta, non lo avrei fatto giocare con la Juventus». Esperimento fallito e messaggio inviato a Sabatini: serve un centrale subito. Non ha funzionato nemmeno il nuovo centrocampo, con i due playmaker De Rossi e Pjanic e Nainggolan avanzato: «Si sono un po’ annullati a vicenda, ma hanno mantenuto le posizioni e Radja ha fatto bene in quel ruolo. Dovevamo essere più bravi a palleggiare, abbiamo subito 3-4 ripartenze e non volevo succedesse. Dobbiamo migliorare anche a centrocampo. Se riusciamo a far valere la differenza tecnica, la forma fisica si evidenzia meno». Le carenze si sono viste tutte e sembra davvero troppo presto per incontrare la Juventus: «Abbiamo bisogno – dice fiducioso Spalletti dopo uno scambio di complimenti con Allegri – di fare subito balzi in avanti sotto l’aspetto del gioco. Una settimana è un tempo più lungo per lavorare. Loro sono forti, sarà una sfida stimolante e farà tirare fuori qualcosa in più a noi».
L’allenatore insiste sul «problema mentale», Baldissoni invita i giocatori a dare di più: «Devono essere loro – aveva detto ancor prima di assistere alla gara – a riportarci in alto, a vincere le partite. Sono tenuti a dimostrare le loro qualità. È mancata un po’ di prepotenza. Spalletti è l’uomo giusto per proseguire con un progetto solido». Tolti tutti gli alibi, l’attenzione è rivolta al futuro di Sabatini: «Quando si cambia allenatore è sempre una sconfitta della società, ma Walter non ha un destino collegato a quello di Garcia».