Proietti: “È un’agonia. Se il futuro è Spalletti venga subito”

12/01/2016 14:09

LA REPUBBLICA (M. PINCI) - La crisi della Roma agita anche i suoi tifosi più noti. Gigi Proietti, mattatore di provata fede giallorossa, interrompe persino le prove a teatro per discutere della situazione della sua squadra del cuore.
Proietti, andiamo al sodo: lei terrebbe ?
«Una domandina facile facile... Prima di tutto se fossi il presidente mi chiederei quali sono le responsabilità: non credo siano di uno soltanto. Piuttosto rifletterei, come presidente, se non ci sia qualche responsabilità mia. Non è la prima volta che si parte dicendo “eccoci, stavolta ci siamo davvero”, e poi dopo 10 giornate comincia il crollo: i grandi attaccanti non segnano, i grandi difensori non difendono più... E questo si ripete in piccolo anche in una partita. O ti riacchiappano all’ultimo minuto, o sparisci dopo l’intervallo. Ogni campione qui dopo un po’ scompare. era fortissimo, sembrava un’anguilla. Ora...».
Crede al crollo psicologico?
«Non è la prima volta che sento parlare di questione psicologica. Ma non credo i calciatori risentano psicologicamente dell’ambiente. Non sono un tecnico, ma dopo nove giorni di riposo, rivedere la squadra che non ce la fa a arrivare alla fine della partita non ha senso. E poi tanti, troppi infortuni”.
Da protagonista delle scene romane, crede che l’ambiente incida sulla squadra?
«Io a lungo non ho avuto il favore della critica, e forse devo ringraziare di questo, perché ho potuto fare come mi pareva anziché inseguire i consensi. Qui si parla sempre di questo benedetto ambiente, ma cos’è? Le radio? Cosa? E poi quando la squadra va bene anche questo famoso ambiente sostiene molto la squadra. Mi pare come l’uovo e la gallina: chi comincia prima, l’ambiente a lamentarsi o la squadra a giocar male?».
Si possono ancora inseguire le prime?
«Diamoci un occhiata alle spalle, altro che guardare davanti. A volte invidio il gioco di squadre ‘minori’: le guardo e mi dico, anvedi come giocano. Al Sassuolo l’ambiente funziona, evidentemente...”.
A proposito di allenatore, cambierebbe con Spalletti?
«Sono un suo grande estimatore, nel caso volessero cambiare, magari arrivasse lui. Certo fino a poche ore fa anche io dicevo “aspettiamo, una piccola debacle può succedere anche alle grandi squadre”. Ora però la crisi è diventata un po’ troppo lunga. Importante è che se si decide di fare qualcosa si faccia subito, drasticamente. Senza aspettare giugno».
Dal mercato cosa si aspetta?
«Serve molto un centrale di difesa. Invece leggo che si cerca un’ala. Il problema è che i giocatori vanno collocati meglio. Voglio essere ottimista, guardo il bicchiere mezzo pieno. Il problema è che è mezzo ...»