Roma, Garcia via. C’è Spalletti

12/01/2016 13:23

IL TEMPO (A. AUSTINI) - Un altro ritorno. Con i vantaggi e i rischi del caso: quello di Zeman è andato malissimo, stavolta chissà. saluta, Luciano Spalletti è pronto a riprendersi la panchina della Roma dopo oltre sei anni, due coppe Italia e una Supercoppa vinte, uno scudetto sfiorato (anzi, scippato) e due quarti di finale di raggiunti alla guida dei giallorossi.

È la piega finale che ha preso un’altra lunghissima giornata di consultazioni, confronti, pareri discordanti e poi decisioni tra Miami e Trigoria. In America c’è con , a Roma è rimasto che, come ha ricordato a un tifoso, resta il primo «responsabile» delle scelte tecniche. In serata il segnale di svolta: a bordo di una macchina guidata dal suo vice Ricky Massara, il diesse ha imboccato l’A1 in direzione Firenze, con sosta temporanea a Perugia e poi ha incontrato, qualche chilometro più a nord, Spalletti, segnalato a Certaldo nell’ultimo weekend.

I due si conoscono da tempo, si stimano, hanno parlato diverse volte in questi anni, ieri per la prima volta lo hanno fatto per impostare concretamente un’avventura insieme. Almeno fino a giugno, perché il futuro di resta in bilico. Per sua scelta. Con Spalletti, intanto, ha chiacchierato fino a notte piena per gettare le basi di un accordo lungo almeno una stagione e mezza, anche se il toscano vorrebbe un contratto fino al 2018, con stipendio vicino ai tre milioni netti. Il toscano, che a Natale stava per accettare una proposta dalla Cina, sarebbe disposto a portarsi dietro non più di uno-due collaboratori, uno è sicuramente il vice Domenichini con cui ha condiviso i suoi anni a Trigoria e poi le quattro stagioni di San Pietroburgo, un altro, il Franceschi, lo ritroverebbe nel centro sportivo giallorosso: un prezioso «tramite» per concordare il lavoro con i preparatori e scelti da . e i soli due «superstiti» della sua Roma, possibili alleati oppure giocatori da riconquistare a seconda di come si sono lasciati. Non è comunque una trattativa facile, i dubbi del club e dello stesso Spalletti sono forti o almeno lo erano fino a ieri sera, oggi scopriremo se la nuova scommessa reciproca verrà lanciata.

ha tenuto in piedi altre due opzioni. E uno è l’allievo dell’altro. L’argentino Sampaoli piace molto al diesse, si è liberato dalla nazionale cilena ma a differenza del toscano avrebbe bisogno di un po’ di tempo per ambientarsi, capire, studiare. Il suo calcio affascina molto, come quello del «maestro» Bielsa, da sempre uno dei preferiti di . L’ostacolo è il carattere fortissimo del «Loco», che si scontra con l’esigenza di ritrovare subito delle certezze.

Se fossimo a giugno, la scelta ricadrebbe probabilmente su uno dei due argentini per iniziare un nuovo ciclo, ora c’è una stagione da rimettere in piedi subito e la Roma è quasi costretta a prendere una via diversa, più sicura contando anche sul forte appeal che Spalletti ha mantenuto sulla piazza: un po’ d’entusiasmo non guasta.

E ? Nell’imbarazzo generale, ieri il francese ha assistito alla premiazione del Pallone d’oro a Zurigo, come se nulla fosse. Ripartirà solo stamattina presto e da Trigoria fanno sapere che sarà lui a dirigere l’allenamento di oggi (prevista una doppia seduta). In realtà potrebbe toccare ad Alberto , mentre vuole parlare di persona col francese per comunicargli l’esito delle decisioni prese insieme a e poi concedergli il saluto di una squadra che ha comunque guidato al secondo posto per due stagioni consecutive. Con Rudi andranno poi discussi i termini economici della separazione: forte di un contratto fino al 2018, gli spettano ancora quasi 7 milioni netti.

Ma la Roma spenta da due mesi è ora obbligata a caricarsi il costo di un altro allenatore per dare una scossa e guadagnare almeno un posto in . Un’altra avventura è ai titoli di coda, la quarta dell’era americana, con l’amara presa di coscienza che costruire un progetto duraturo a Trigoria è una vera impresa.