12/01/2016 13:31
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Sabatini, accompagnato dal suo scudiero Massara, ha preso l’A1 prima delle ore 20. L’auto aziendale è entrata in autostrada dal casello di Roma Nord e ha puntato verso Firenze. Il summit con Spalletti, dopo cena, in Toscana, su input di Pallotta dagli Usa: basta perdere tempo, il suo messaggio al ds. Oggi la squadra riprenderà gli allenamenti e Garcia, a meno di comunicazioni notturne, sarà a Trigoria. Ma domenica, in panchina contro il Verona all’Olimpico, il presidente vuole già l’ex tecnico dello Zenit. Lo ha ripetuto, di persona, a Baldissoni. La decisione dell’esonero è maturata prima di Natale, ma è stata rinviata per l’opposizione del management italiano, cioè del dg e del ds. Che, a sentire la proprietà, è costata 4 punti. La Roma sarebbe quarta con la Fiorentina, in zona Champions. Che è la «mission aziendale» della stagione, come ha più volte chiarito la radio ufficiale del club.
STRATEGIA SOTTO TRACCIA - Spalletti, dunque, è la prima scelta. Ma la Roma deve ancora avvertire Garcia, atteso in mattinata a Trigoria e sempre convinto di continuare l’avventura. Il francese rimane, per ora, al suo posto solo perché Sabatini sta ancora trattando con Pallotta. Il ds vuole che il presidente si assuma la responsabilità del cambio in corsa. Perché, assumere l’ex tecnico dello Zenit, significa rinunciare definitivamente al ct Conte che lascerà la Nazionale dopo l’Europeo in Francia. Sabatini, dunque, ha rilanciato anche ieri, proponendo la formula del traghettatore. Più di De Rossi senior, poco convinto, sono salite già da domenica sera le quotazioni di Leonardo che, legatissimo al ds, accetterebbe anche di lavorare solo fino a metà maggio, cercando poi di strappare un ruolo dirigenziale che il club giallorosso non nega mai a nessuno. Sabatini considera sempre in corsa Bielsa e, staccato, il ct Sampaoli che spera di lasciare la guida della nazionale del Cile.
RINVIO ANNUNCIATO - Baldissoni, da Miami, ha avvertito i responsabili della comunicazione dopo il primo faccia faccia con Pallotta: «Oggi non succede niente». Cioè ieri. Da Trigoria, anche se senza troppa convinzione, hanno fatto sapere che Garcia, di ritorno da Zurigo, avrebbe diretto l’allenamento di stamattina. Magari toccherà ai preparatori (dopo l’esonero, De Rossi senior potrebbe guidare la seduta del pomeriggio). Prima deve comunque firmare Spalletti che, per la verità, avrebbe voluto incontrare pure il presidente (solo una telefonata, finora).
SPACCATURA EVIDENTE - Il toscano, nei contatti avuti prima del vertice con Sabatini e Massara, ha dato la disponibilità per un contratto di 1 anno e mezzo, con l’opzione, a suo favore, per la seconda stagione, fino al 30 giugno 2018 (stessa scadenza del francese). Pallotta, insomma, non ha cambiato idea. E va capito. È contrario al traghettatore perché vuole andare sul sicuro. Non ha dimenticato che la Roma si è già scottata, 3 anni fa, con Andreazzoli al posto di Zeman. Accadde alla fine di gennaio e quindi il precedente è simile. Perché poi, rinviando il problema alla fine della stagione che si concluse con l’epilogo più umiliante (ko contro la Lazio nella finale di Coppa Italia), la società giallorossa, al momento di individuare l’ennesima guida tecnica, si ritrovò senza gli allenatori scelti per voltare pagina: Allegri rimase al Milan e Mazzarri preferì l’Inter. Garcia fu la figura di scorta, non quella preferita, e superò sul traguardo Emery e Bielsa. Il presidente sa che perseverare potrebbe diventare fatale e non ha alcuna intenzione di ripercorrere la strada indicata, all’epoca, da Sabatini che, scherzo del destino, decise di promuovere l’ex tattico di Spalletti. L’ipotesi De Rossi senior è stata presa in esame e avanzata proprio dal ds. Ma per la proprietà la virata deve essere perentoria e l’investitura definitiva. Allenatore per il presente e per il futuro. Non di passaggio. Il messaggio deve essere inequivocabile per la squadra e per la piazza. Ripartenza e non sopravvivenza. Con l’intenzione di far subito meglio, senza rincorrere il sogno della nuova estate: Conte.
USA E GETTA - Se l’esonero di Garcia in giornata verrà ufficializzato, la proprietà avrà vinto la battaglia interna. Perché la spallata decisiva per l’avvicendamento è attesa proprio dagli States. Già prima delle feste di Natale, del resto, si è era capito di quanto Pallotta si fidasse più degli stranieri che degli italiani. Il suo braccio destro Zecca si è messo addirittura a studiare le partite passate e recenti di Spalletti, il fedelissimo Gombar lo ha quotidianamente relazionato da Trigoria sulla realtà di Casa Roma e i preparatori Norman e Lippie sul comportamento di Garcia, del suo staff e dei giocatori. Il francese e i suoi collaboratori sono i primi a pagare, ma il repulisti, a quanto pare, è solo all’inizio.
HOTEL SEPARATI - «Nel nostro mestiere ci sono gli alti e i bassi. Io, però, a Roma sto bene e voglio continuare a fare il mio lavoro» ha chiarito Garcia dopo aver visto Messi ricevere il suo 5° Pallone d’Oro. Il tecnico si è fermato a Zurigo, insieme con Zanzi, Florenzi e Castaldi, ma ha dormito in un albergo diverso da quello in cui ha alloggiato il Ceo giallorosso. Il primo segnale del divorzio dalla Roma. Che, ieri mattina, non ha gradito la partenza del tecnico per la Svizzera. Atmosfera gelida tra lui e Zanzi, durante il volo.