25/01/2016 14:06
«Stai muto, zingaro di m....». Gli strascichi polemici del battibecco De Rossi-Mandzukic si protrarranno anche oltre Juventus-Roma. È il 30esimo del primo tempo e l’attaccante, a terra, si sta lamentando con l’arbitro dopo che questi non gli ha assegnato una punizione per l’intervento di Manolas. C’erano già state scintille tra i due (per via di un pestone rifilato dal giallorosso), con Banti che aveva deciso di intervenire ammonendo De Rossi e fischiando una punizione dal limite. Da quel momento i due si guarderanno in cagnesco per tutta la partita, anche quando nella ripresa toccherà al croato essere ammonito dopo una manata a Rüdiger, con cui lo juventino poi parlerà con la mano sulla bocca (cosa gli avrà detto?).
Adesso la palla passa alla Procura Federale che, se gli ispettori segnaleranno il caso, potrebbe far valere la prova tv ai danni di De Rossi, che così correrebbe il rischio di essere squalificato. Anche se da regolamento potrebbe scattare in teoria solo per atti violenti o frasi blasfeme (le bestemmie). Un’eventuale frase razzista quindi potrebbe restare fuori? Difficile. È materiale scottante, da discussione approfondita, il tutto proprio nella settimana della «querelle» Mancini-Sarri .
Riguardo De Rossi c'è un precedente datato 21 febbraio 2007. Si giocava all’Olimpico Roma-Lione degli ottavi di Champions League. Ebbene, a fine partita il terzino Abidal confidò ai media francesi che De Rossi gli aveva detto «negro di m....». Nei giorni immediatamente successivi, dopo il polverone, si seppe però che già a fine partita il romanista era andato a dare le scuse all’avversario, che le aveva accettate.
Nel polverone del web spicca l’intervento di Luca Di Bartolomei, figlio dell’indimenticato capitano giallorosso Agostino. «L’insulto di De Rossi fa schifo, si vergogni. I commenti sulla partita li lascio a voi, ma qualcuno a giugno se ne prenda la responsabilità». Allegri glissa («I giocatori in campo si dicono tante cose»), Spalletti lo difende: «Vorrà dire che insegneremo a Daniele a mettersi le mani davanti alla bocca. Mandzukic ci ha preso per il culo per dieci minuti. Quando si è sotto tensione evidentemente ci si dimentica di alzare la mano». Assai più duro invece Nicchi, presidente dell’Aia: «Questi episodi sono pericolosi. Quando si assume il ruolo di personaggio pubblico e si è visti soprattutto dai giovani, bisogna dare esempi positivi. Mi domando: e se lo facesse un arbitro? Anche noi abbiamo i nervi tesi. Dico che bisogna cercare di controllare i propri impulsi».
(gasport)