LA REPUBBLICA (E. SISITI) - Diceva Sir
Alex Ferguson: «
Quando un italiano dice pasta io vado sempre a guardare sotto il sugo, nell’arte dell’inganno sono dei veri innovatori ». Mai augurarsi un italiana agli ottavi, pensava Ferguson, quando le incontrava e quasi sempre le eliminava: «
Eppure non c’era volta che non mi sfuggisse un dettaglio». Ora Ferguson è triste e deluso. Nella Champions che riprende domani con il primo segmento dell’andata degli ottavi di finale, Benfica-Zenit e Psg-Chelsea, e mercoledì con il secondo, Roma-Real Madrid e Gent-Wolfsburg, non c’è il suo disastrato Manchester United, deragliato senza appello in Europa League. Mancherà anche colui che forse diventerà il nuovo allenatore del pubblico e della squadra dell’Old Trafford, Josè Mourinho, licenziato dal Chelsea (ora c’è Hiddink), mancherà Benitez, appiedato dal Real Madrid, mancheranno Lucescu e il suo Shakthar, diventati ormai clienti abituali della “knockout phase”. In compenso debutterà Zidane in panchina e Spalletti ci dirà molto del suo modo di attaccare (bene) e di difendere (non bene). In campo sarà la prima volta agli ottavi per Gent e Wolfsburg.