LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Poco più di tre anni fa, Stephan
El Shaarawy dichiarava: «
A chi si concentra troppo sui miei capelli consiglio di guardare un po’ meglio la persona e il calciatore. Quando ho cominciato a pettinarmi così, la cresta la portava solo Hamsik: sono stato tra i primi a farmela e ora i ragazzini mi copiano». Qualche infortunio e batosta dopo, a Roma è arrivato lo stesso ragazzo con la tanto imitata cresta, senza neanche un tatuaggio («non voglio essere come tutti gli altri») ma con molta meno frenesia di dimostrare (e credere) di essere il migliore. Una riserva della nuova creatura spallettiana sarebbe dovuto essere, Stephan:
una sorta di scommessa per se stesso e per la squadra giallorossa, alla ricerca di un’identità.
Il mercato di gennaio della Roma ha avuto al momento un impatto indubbiamente decisivo sul cammino della squadra: l’attaccante di origine egiziana, insieme a
Perotti e Zukanovic, rappresentano quella freschezza vitale per un gruppo schiacciato da ansie e paure. E appare paradossale che tra tanti problemi difensivi (numerici soprattutto) dalla lista Uefa presentata ieri dal club rischi di restare fuori proprio Zukanovic, l’unico difensore acquistato. Spalletti ha inserito i neo acquisti dell’attacco al posto di Iturbe e Gervinho, sostituendo poi Strootman con Ucan. La società ha chiesto una deroga per comprendere nella lista anche un 22esimo giocatore: appunto, Zukanovic.
Non dovrebbe intanto essere grave l’infortunio di De Rossi che sembra non aver riportato lesioni, e rischia di saltare solamente la gara di domenica, contro la Sampdoria. Ripartirà intanto oggi per il Brasile, Gerson. Il ragazzo giocherà nel Fluminense fino al termine della stagione, per poi tornare in Italia da extracomunitario.