Il processo scommesse: la figuraccia della Figc e l'ipotesi prescrizione

19/02/2016 15:46

LA REPUBBLICA (G. FOSCHINI / M. MENSURATI) - «Se mio fratello fosse imputato in questo processo gli direi: trovati un avvocato d’ufficio, aspetta e stai sereno. Non va da nessuna parte». Ecco, sulla tomba del processo per il Calcioscommesse potrebbero starci benissimo queste parole, pronunciate ieri mattina durante l’interminabile appello all’apertura dell’udienza preliminare, a Cremona. Già, perché, tolte una manciata di posizioni, quelle degli imputati accusati di associazione a delinquere, e cioè per il reato più grave, per tutti gli altri imputati delle singole frodi sportive il processo finirà in nulla. Non perché manchino le prove ma perché i reati verranno cancellati dalla prescrizione.

Quella che non verrà cancellata dal tempo è la pessima figura rimediata dalla Federcalcio in tutta questa storia. Dopo essersi indecorosamente rimangiata la promessa della tolleranza zero - frettolosamente fatta da Abete prima che si capisse che nella rete dei pm c’erano anche i pezzi grossi e non solo i girini - la Figc, coadiuvata dal Coni, si è distinta in un sistematico e pervicace esercizio di insabbiamento. Culminato ieri con il pasticcio brutto delle costituzioni di parte civile: teoricamente parte lesa, la Figc aveva annunciato in un primo momento di non volersi costituire contro (il suo ct che ha deciso di chiedere il rito abbreviato) e gli altri calciatori, ma solo contro gli imputati per associazione a delinquere. Come dire: chiediamo solo i danni a chi ce ne ha fatti tanti, a chi ce ne ha fatti pochi no. Poi data l’impossibilità di spiegare secondo criteri sensati una scelta del genere, nel pomeriggio, la seconda versione: «Abbiamo deciso di non costituirci contro , Alessio (il suo vice) e Colantuono perché a loro la procura contesta solo reati omissivi e non concorsuali ». E quindi se il giudice dovesse decidere che il loro comportamento, per quanto omissivo, ha comunque danneggiato il calcio italiano, la Figc già da ora ritiene di non dover chiedere alcunrisarcimento.

La cosa buffa è che con questa decisione la Federazione di Carlo Tavecchio contraddice se stessa: si costituisce infatti contro molti giocatori che Palazzi& co. hanno assolto mentre non lo fa contro , che dalla procura federale rimediarono una condanna.