08/02/2016 13:31
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Il campionato riscopre la Roma, adesso convinta e spavalda nella sua rimonta appena iniziata. Il terzo successo di fila nella gestione Spalletti, ottenuto all'Olimpico con il 2 a 1 contro la Sampdoria dell'ex Montella, ne certifica il rilancio in classifica. Perché, alle spalle del Napoli e della Juve che sembrano non fermarsi più, è l'unica squadra a vincere tra le 4 in corsa per la zona Champions, avvicinandosi alla Fiorentina terza, ancora con 2 punti in più, e all'Inter quarta, avanti di 1, e staccando il Milan sesto che scivola a meno 4.
ROTAZIONE MINIMA - Spalletti, per evitare di stravolgere il copione scelto a Reggio Emilia, limita il turnover e fa solo 2 innesti: Manolas al posto dell'infortunato De Rossi e Florenzi in sostituzione dello squalificato Nainggolan. La traccia resta, dunque, la stessa. E con lo stesso sistema di gioco: il 4-3-1-2. Conferma, dunque, per i palleggiatori Keita, vertice basso del rombo, Pjanic, da mezzala capace di abbassarsi da regista e al tempo stesso esaltarsi in area avversaria, e Perotti, trequartista che arretra per partecipare alla manovra e al tempo stesso per far spazio agli altri centrocampisti. Salah ed El Shaarawy, proprio come contro il Sassuolo, sono gli attaccanti che comunque partono larghi per favorire le incursioni centrali di chi arriva da dietro. Maicon conserva il posto sulla destra e gioca la terza gara di fila per la prima volta dopo 13 mesi. In difesa fa il terzino nella linea a 4, ma sale spesso in avanti.
EFFICACE E ORDINATA - La nuova formula, riproposta contro la Sampdoria, funziona almeno per un'ora. Sono in aumento le conclusioni in porta e il possesso palla non è più fine a se stesso. I pericoli arriveranno solo nel finale. Sale anche la velocità nel fraseggio tra i ricamatori giallorossi. Il pubblico finalmente ricomincia a divertirsi. La Roma deve però aspettare l'ultimo secondo utile della prima parte per passare in vantaggio, anche perché la Sampdoria si chiude con il 5-3-2, assetto prudente e anche rinunciatario. Fino a quel momento tre le chance per sbloccare il risultato: 2 con Pjanic, entrambe di testa, e 1 con El Shaarawy che si pappa il gol dopo l'azione più bella nata sotto il segno di Perotti e Pjanic e benedetta da Salah. Proprio El Shaarawy, calciando da fuori, indirizza il match. La palla, deviata da Cassani, si alza a centro area e Florenzi, testa, può infilare nell'angolo per l'1 a 0.
SOLITO CALO - Spalletti inizia la ripresa con Digne al posto di Zukanovic, ma ringrazia ancora El Shaarawy che è decisivo anche per il 2 a 0. La Roma, in 5 minuti, ha la possibilità di mettere al sicuro il risultato. L'attaccante prepara il tiro, alzandogli il pallone, per Perotti che firma al volo la sua prima rete in maglia giallorossa e diventa il 17° marcatore stagionale in campionato (18° contando anche la Champions). Pjanic ha subito la palla del tris, ma non la sfrutta. Montella, per evitare la nona sconfitta contro la sua squadra (solo 1 punto nelle ultime 6 gare del torneo), cambia modulo, passando al 4-3-3 con Quagliarella in campo per Muriel e Soriano alzato nel tridente, e sfrutta la flessione di alcuni senatori giallorossi. Keita fatica in mezzo al campo e Maicon ha la lingua di fuori, tant'è vero che lascia, abbastanza seccato, il posto a Dzeko. Fernando, con deviazione fatale di Pjanic, ha appena riportato in corsa i suoi compagni. E spaventato gli avversari.
ECCESSIVA SPAVALDERIA - Tatticamente la Roma è adesso troppo sbilanciata. Spalletti, virando sul 4-2-3-1, scopre presto quanto sia vulnerabile il nuovo assetto. Troppi giocatori offensivi insieme: con il centravanti bosniaco, applaudito dalla gente nonostante il digiuno infinito, altri 4 giocatori offensivi, gli esterni Salah ed El Shaarawy, il trequartista Perotti e Pjanic sistemato accanto a Keita. In più Florenzi terzino. Montella, invece, azzecca i cambi: Alvarez per Barreto e Cassano per Correa. Szczesny è grande proprio su Cassano e fortunato sulla traversa colpita da Cassani nel recupero. La Roma, dopo 4 mesi, torna però a vincere 3 gare di fila. Avanti così.