Le unioni incivili. E Spalletti umilia Totti: "Vai a casa"

22/02/2016 13:19

IL TEMPO (A. AUSTINI) - Più che consiglio, la notte ha portato un’altra tempesta. Per la prima volta in 23 anni di carriera è stato cacciato dal ritiro della Roma a poche ore dalla partita contro il Palermo giocata ieri sera all’Olimpico. Una decisione presa da e avallata dalla società. Il giocatore ha incassato il duro colpo, si è preso qualche ora di riflessione in famiglia, poi si è presentato allo stadio per seguire la partita e oggi si allenerà regolarmente. Ma ormai la rottura è totale

LO STRAPPO - Alla vigilia l’allenatore aveva annunciato in conferenza stampa l’intenzione di impiegare il capitano come titolare, proprio nel momento in cui qualche stanza più in là a Trigoria stava rilasciando la sua intervista «esplosiva» al Tg1. Ma le parole di non sono state avventate: prima di entrare in sala stampa era stato avvisato che il giocatore lo stava accusando pubblicamente di portargli «scarso rispetto». Una mossa tattica? Possibile. Nel caso gli è riuscita alla perfezione. A sua volta, quando Francesco ha saputo le dichiarazioni del tecnico, ha capito di aver esagerato. Ma ormai il danno era fatto e ieri mattina ne ha subìto le conseguenze peggiori possibili. ha letto i giornali, ha guardato le facce dei giocatori scossi dal clamoroso caso e ha capito ancora meglio che non c’era altra via: la presenza di sarebbe stata inopportuna, anche in panchina. Il tecnico, cacciando la «pietra dello scandalo», ha voluto proteggere il gruppo ed evitare il rischio di ulteriori distrazioni. Tra il capitano e la Roma non ha avuto dubbi: andava difesa la squadra. Per cui ha convocato Francesco nel suo ufficio e gli ha comunicato la sua decisione già annunciata ai dirigenti: «Non sei convocato per la partita, puoi andare a casa». Il capitano ha replicato in modo tutt’altro che sereno, ha preso le sue cose e se n’è andato.

 CAPOLINEA - Un’umiliazione così è difficile da accettare. non si aspettava di arrivare a questo punto, è consapevole di averci messo parecchio del suo, ma si sente abbandonato dalla Roma. Oltre ai contrasti con , dovuti anche a vecchie ruggini, quello che lo scuote di più è la mancanza di chiarezza da parte della società. Nell’ultimo incontro con a dicembre non gli è stata comunicata ufficialmente l’intenzione della proprietà. Se anche fosse quella di non rinnovargli il contratto da calciatore, vorrebbe che gli americani o chi per loro glielo dicessero una volta per tutte. A quel punto farà le sue valutazioni, forte di un accordo quinquennale da dirigente già chiuso nel cassetto. ha ricevuto altre offerte da Stati Uniti e Cina, ma non si vede con un’altra maglia e difficilmente può essere attratto da campionati «esotici». È pronto a smettere, ma ha bisogno di tempo per metabolizzare l’idea: ha già in mente di prendersi una lunga vacanza con la famiglia e poi di organizzare partite benefiche per l’Unicef.

 PAROLA A Se a Trigoria c’era consapevolezza che la «bomba» sarebbe esplosa in questi giorni, a Boston sono rimasti sbigottiti. Anche gli americani sono delusi dal comportamento di e ora toccherà a rimettere a posto i cocci in qualche modo. Il presidente arriverà i primi di marzo e parlerà col giocatore: l’intenzione della proprietà è di trasformare subito il suo ruolo in dirigente, utilizzando la figura carismatica di Francesco dentro e fuori la Roma come ad esempio accade a Nedved nella e Zanetti nell’. Ma dopo tutte queste tensioni, si può immaginare davvero nella Roma di oggi e con allenatore? Anche in giacca e cravatta, sarebbe un bell’imbarazzo. Per tutti.