15/02/2016 13:51
IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Luciano Spalletti ha provato a dare una struttura internazionale alla Roma e in buonissima parte c’è anche riuscito. Oggi la Champions arriva quasi come un intralcio tecnico, perché l’avversario è di quelli che non ti lasciano dormire la notte: il Real Madrid. C’è troppa distanza tra la formazione spagnola e quella romana, lo dicono i numeri, il palmarès. C’è troppa angoscia nell’aria, tante le bastonate prese in passato con Manchester (con Spalletti in panchina), con Bayer e Barcellona (con Garcia allenatore). Oggi che la Roma ha ripreso a camminare spedita in campionato, la Champions diventa una vetrina che rischia di rompersi. E’ proprio Lucio a ricordarlo: «Noi ci portiamo le nostre convinzioni e ce l'andiamo a giocare: sarà difficilissima, ma non andiamo in gita. Bisogna stare attenti, si rischiano le sveglie». Ecco, le sveglie no. Spalletti sa che può capitare, è capitato alla sua meravigliosa Roma che ha sbancato il campo del Lione e quello di Madrid, ha dato una lezione di calcio anche al Chelsea. Chi meglio di lui sa come si riesce a fare un’impresa, e di questa si tratterebbe. Passare il turno non sarà facile, Lucio vuole giocarsi la sua chance. Senza presunzione. Quelle due sfide con il Real sono rimaste nella memoria di tutti gli appassionati del bel calcio: Raul, Pizarro, Mancini all’Olimpico e Taddei, Raul e Vucinic al Bernabeu. Era il 2008, la sveglia contro il Manchester era ormai archiviata di slancio.
VECCHI RICORDI - Erano gli ottavi, la Roma si è sentita grande, non tanto per i risultati ottenuti, quando per come la squadra si esprimeva su ogni campo. Spalletti ha fatto crescere la Roma e lui è cresciuto con lei. Quel calcio non è stato più riproposto, nemmeno nella sua esperienza alla guida dello Zenit. Roma-Real e Real Roma sono stati due gioielli. Quella squadra è arrivata due volte ai quarti di finale, entrambe le volte eliminata dal Manchester United di quel Cristiano Ronaldo (e Tevez) che oggi gioca proprio con le Merengues, ospiti mercoledì all’Olimpico. Una volta, invece, è stato eliminato agli ottavi dall’Arsenal. Quella è stata l’ultima apparizione romanista di Spalletti in Champions (con lo Zenit risale al 25 febbraio 2014, sconfitta 2-4 contro il Dortmund): Roma fuori ai calci di rigore, dopo una partita eroica, giocata con le stampelle. In quella Roma, in cui Tonetto ha fallito il rigore decisivo, giocavano Diamoutene, Riise centrale, Aquilani con una caviglia sola, Juan a pezzi (segna e abbandona il campo per un grave infortunio muscolare). L’addio e le lacrime di tutti. Sono passati sette anni da quell’11 marzo del 2009, riecco Luciano. Con una squadra nettamente migliore di quelle allenate da lui, ma con poca preparazione mentale a certi appuntamenti. Per lui sarà la partita numero 58 in Champions League: 28 sulla panchina della Roma, il resto con lo Zenit. Bilancio in attivo: 27 le vittorie, 12 i pareggi e 18 le sconfitte. Gol fatti 80, 66 quelli subìti. Si ricomincia. Auguri.