04/02/2016 13:57
IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Due luglio 2009. Vincenzo Montella, 35 anni, reduce dall’ennesimo infortunio si presenta a Trigoria per parlare con Daniele Pradè, ds della Roma. «Io non ce la faccio più...», spiega l’Aeroplanino, sotto contratto con il club di Rosella Sensi per un’altra stagione. «Io smetto», comunica al dirigente. In un attimo, per il ds si materializza un doppio problema, uno di natura economica e l’altro di gestione. Cosa fare, in sostanza, di un tesserato con uno stipendio enorme da calciatore non più utilizzabile come calciatore? Pradè prende in mano il cellulare, fa una prima telefonata, destinatario Luciano Spalletti, l’allenatore della Roma impegnato a pianificare il ritiro di Riscone di Brunico, e lo mette al corrente della novità. Poi, salutato il mister, chiama Bruno Conti, responsabile del settore giovanile giallorosso. I due, in meno di una mattinata, con un’intuizione di Bruno, trovano la soluzione al doppio problema. Montella, spalmandosi il ricco ingaggio da calciatore, diventa l’allenatore dei Giovanissimi Nazionali del club. E il tecnico che era stato designato a guidare quella squadra, Alessandro Toti (oggi mister dell’Under 17 romanista) va a fare il secondo di Alberto De Rossi alla Primavera.
LA PRIMA VOLTA - Una prima riflessione, allora: Spalletti, tornato da circa un mese alla guida della Roma, è stato l’ultimo allenatore di Montella, che domenica sarà all’Olimpico nelle vesti di mister della Sampdoria. E, ovviamente, sarà il primo faccia a faccia panchinaro tra i due, entrambi ex. Che, è bene ricordarlo, si conoscono da una vita, cioè dai tempi in cui entrambi indossavano e difendevano i colori dell’Empoli. I due, in Toscana, sono stati prima compagni di squadra e poi tecnico & giocatore, come accaduto in seguito alla Roma, e in due riprese. Senza dimenticare che Spalletti è stato allenatore di Montella anche alla Sampdoria. Insomma, Lucio e Vincenzino hanno vissuto a braccetto una bella fetta dello loro carriera pallonara. E il Montella allenatore, non c’è dubbio, ha rubato un po’ di mestiere al suo vecchio amico, anche se due mesi dopo il suo approdo ai Giovanissimi, Spalletti diede le dimissioni da Trigoria e se ne tornò per pochi mesi a Montespertoli, prima di volare in Russia.
DESTINI INCROCIATI - E fa un certo effetto pensare che se la Roma di Jim Pallotta avesse deciso prima di cacciare Rudi Garcia, probabilmente domenica sera sulla panchina giallorossa ci sarebbe stato proprio Montella, e non Spalletti. Entrambi, del resto, sono due subentrati, stavano lì in attesa di sistemazione, il posto alla Samp si è liberato prima di quello a Trigoria e Montella è andato. Appare difficile, però, pensare che Spalletti - se in quel periodo fosse stato libero di farlo - avrebbe accettato di tornare a Genova. Ma nel calcio, si sa, le cose funzionano anche in questa maniera. Due uomini di spiccata personalità, Lucio & Vincenzo, e questo in passato li ha portati anche a scontrarsi, come capita spesso fra amici. Pronti a cancellare tutto con una stretta di mano. A patto che non ci siano in palio tre punti...