24/02/2016 13:54
IL TEMPO (F. SCHITO) - Da Totti a Spalletti, senza nascondersi. James Pallotta è un fiume in piena, il presidente della Roma decide di dire tutto: nell'intervista rilasciata al Corriere dello Sport, il patron giallorosso non si è tirato indietro. La prima e più delicata questione è certamente quella legata alla querelle tra il tecnico di Certaldo e il numero 10 romanista, già ampiamente rientrata ma ancora calda nel cuore dei tifosi. «Non è assolutamente vero che Spalletti non abbia rispettato Totti, sono solo speculazioni. Partiamo dai quattro minuti contro il Real: il tecnico voleva farlo entrare sull'1-0 come carta per pareggiare. La vedo da un altro angolo: poteva essere l'ultima partita casalinga di Francesco in Champions, non si sa mai cosa può capitare in futuro. Ecco allora che Spalletti gli ha concesso l'opportunità di un'ultima passerella».
Il nodo è sempre quello del rinnovo, un argomento solamente sfiorato nell'incontro di dicembre: Totti sogna un'altra stagione prima dell'addio, la palla ora passa proprio a Pallotta, atteso in città nella prossima settimana, magari in tempo per il delicato scontro diretto con la Fiorentina all'Olimpico. Questo era stato programmato dal presidente, che però non ha ancora confermato il suo arrivo a Trigoria. «Parlerò con lui - prosegue Pallotta -, può rimanere alla Roma come giocatore o come dirigente. Dopo quell'incontro di dicembre, nel quale mi aveva detto di voler continuare a giocare, non ho avuto risposte: gli ho chiesto quali fossero i suoi propositi, finora non ho avuto nessuna conferma. Ora mi attendo che mi dica quale sarà la sua decisione, ma non posso dire prima dell'incontro quello che succederà. Si prenderà, ma solo al momento del nostro incontro, la decisione migliore per il bene della squadra. Le speculazioni non mi piacciono, non fanno per me».
Uno dei dubbi della società riguarda le condizioni fisiche di Totti: lo scenario più plausibile è quello di un rinvio a maggio per le firme, pur con una promessa di un rinnovo. Aspettando di capire se a Roma rimarranno anche Luciano Spalletti e Walter Sabatini. «Luciano è e resterà l'allenatore della Roma, io lo voglio con me: se finora c'è stata una decisione che non è stata sbagliata è quella del suo ingaggio. E' uno dei cinque allenatori migliori al mondo. Quello che ha fatto con Francesco è stato dettato da un principio fondamentale: prima viene la squadra. Avere grandi allenatori porta ad avere grandi giocatori e un grande team. Sabatini? Mi piacerebbe se restasse. Ha ancora un anno di contratto, noi litighiamo spesso ma subito dopo siamo amici come prima. Non è quello che succede a tutti?». Nel mirino del presidente c'è la qualificazione in Champions: «Abbiamo buttato via troppo nella prima parte, se non dovessimo arrivare terzi sarebbe il frutto di quell'eredità, quelle undici partite senza vincere. I progetti per una squadra di vertice non cambierebbero. Ma mi aspetto i risultati, abbiamo le possibilità per farcela».
Con un Kevin Strootman in più nel motore. «Rivederlo in campo è stato un momento straordinario. È un altro dei nostri giocatori importanti». A turbare Pallotta è più la lentezza nello sviluppo del progetto per il nuovo stadio: «Se fosse per me, lo stadio sarebbe stato già pronto da ieri. Ma una volta partito il progetto sono apparsi dei problemi che non ci aspettavamo, che non ci hanno fatto felici. Per questo motivo sono frustrato. Ma continuiamo a lavorarci in maniera continua, anche dietro le quinte». Adesso si aspetta solo il suo arrivo nella capitale. Totti è il primo ad attenderlo.