15/02/2016 14:14
LEGGO (F. BALZANI) - Da terrore a rispetto, da psicosi a preoccupazione. Spesso nel calcio sono solo sfumature di significato, ma dopo un mese di cura Spalletti la sfida di mercoledì contro il Real Madrid mette un po’ meno paura. Nessuno si aspetta di passare il turno, ma evitare imbarcate tipo Barcellona o figuracce “tattiche” stile Allianz Arena è un obiettivo concreto. La Roma, infatti, dopo essersi rifatta bella in Italia ora punta a riconquistare una dimensione europea persa durante la gestione Garcia. D’altronde basta vedere il ruolino di marcia dei due allenatori in Champions: il francese ha una media di 0,83 punti a partita (4 vittorie, 8 pareggi e 12 sconfitte), 1,47 quella del toscano figlia di 20 vittorie, 12 pareggi e 17 sconfitte. Ancora più evidente se rapportata al solo periodo giallorosso: 1,68 per Spalletti, 0,90 per Garcia.
Tornando al presente è evidente il cambio di rotta a livello di gioco e personalità. La Roma è passata dal 6˚ posto nella media tiri in porta al terzo dietro Juve e Napoli (4,2 a 5,6 a partita), abbassato il numero di palle perse da 152 a 144 e quella dei gol subiti: 1,4 gol nell’era Garcia, 0,8 con Spalletti. Quella dei gol fatti è rimasta quasi invariata (da 1,7 a 1,8), ma le undici reti della gestione Luciano sono arrivate tutte su azione. Niente fortini quindi contro CR7 e compagni anche se Spalletti smorza le illusioni: «Siamo seri si rischia di prendere delle sveglie e poi ci si rimane male».
È anche il senso del discorso fatto dal tecnico alla squadra in questi ultimi due giorni. Guai però ad arrendersi: «Non si può non giocare bene contro squadre come il Real». Lo sa bene Luciano che eliminò i Blancos agli ottavi nel 2008 battendoli sia all’andata che al ritorno. Tra i migliori figurò De Rossi che mercoledì dovrebbe sedersi in panchina. Anche ieri, infatti, ha svolto lavoro personalizzato. Nessun miglioramento al polpaccio e l’ultimo provino fissato per oggi. Con poche speranze e la consapevolezza di non volerlo rischiare. In gruppo, invece, si è rivisto Torosidis oltre a Salah e Manolas usciti malconci da Modena. In campo quindi scenderà la solita Roma a trazione anteriore. Da decidere solo i partner offensivi del ritrovato Dzeko tra l’eroe di venerdì Salah, l’inamovibile Perotti (270’ su 270 da quando è a Roma) e El Shaarawy. Probabile che quest’ultimo si accomodi in panchina al fianco di Totti.