09/02/2016 13:18
IL TEMPO (E. MENGHI) - Ci sono nomi in grado di entusiasmare per i bei ricordi che si portano dietro, ma non sempre i ritorni sono come te li immaginavi, perché confermarsi è più difficile di affermarsi. Soprattutto sopra alle ceneri di una squadra sfiduciata e fisicamente a pezzi. Spalletti sta riuscendo in questo complicatissimo compito e, se gli era bastato atterrare a Fiumicino per venire assorbito dall'entusiasmo dei romanisti, con le tre vittorie consecutive ottenute in meno di un mese di lavoro ha conquistato in primis i suoi giocatori e i soddisfatti dirigenti giallorossi, ma anche colleghi e bookmakers. Sono tutti pazzi per Luciano. Ha portato un calcio diverso, propositivo, che non segue un manuale preciso e non è affatto la copia della sua prima Roma, segno di una capacità di adattamento e di una crescita professionale passata per la gelida Russia e tornata ad appassionare la capitale. Spalletti ha alzato il ritmo in allenamento, trovando la chiave per entrare in sintonia con uno staff preesistente e con cui Garcia non era riuscito a collaborare, come se andassero per due strade parallele, ma la Roma è una sola e la confusione non le faceva bene. Il tecnico di Certaldo ha idee chiare e maniere forti, ha voluto responsabilizzare i giocatori e anche ieri nell'incontro indetto all'Olimpico dalla Figc è tornato a ribadire che «non devo risollevarla io la Roma, ma i calciatori».
Prima di rimettere piede nello stadio in cui poche ore prima stava festeggiando il 2-1 sulla Sampdoria, con un velo di preoccupazione per l’involuzione avuta dopo il gol subito, Spalletti ha avuto modo di rivedere la partita: «Riguardandola il mio giudizio è migliorato, ma dobbiamo essere più bravi». Lui bravo se l’è fatto dire dagli addetti ai lavori, Marcello Lippi ha sottolineato la potenza del cambiamento sulla panchina giallorossa: «Da quando è arrivato Spalletti - ha detto a Radio 2 - sta succedendo tutto quello che serve succeda per cambiare. Si vede che ora la squadra gioca un calcio diverso e ha un altro spirito, e poi c’è anche un pizzico di fortuna che certamente aiuta. Purtroppo, ogni tanto, ci sono ancora dei retaggi atletici del passato, si vede che la squadra cala durante la partita». Quelli non si cancellano facilmente, anche se l’allenatore toscano ha dato vita ad una vera full immersion di allenamenti concedendo ieri il primo giorno libero dopo venti consecutivi di lavoro a Trigoria e partite. Anche Cesare Prandelli ha elogiato il cambio di marcia dei giallorossi: «È sempre più evidente l’impatto avuto da Spalletti. Ha portato equilibrio, ha costruito una manovra più fluida e più pensata, non dipendente soltanto dall’improvvisazione del singolo. Perotti come finto centravanti è una grande soluzione. Indubbiamente Spalletti ha avuto un peso politico rilevante nel mercato di gennaio: El Shaarawy, Perotti e Zukanovic sono giocatori funzionali per il suo calcio e questo significa che società e staff hanno lavorato a braccetto e con un progetto condiviso».
La vittoria contro la Samp ha convinto pure i bookmakers internazionali, che vedono favorita la Roma nella corsa al terzo posto finale, quotato ora a 2.88: un grande passo avanti rispetto al 6.50 di inizio anno. Viceversa, l’Inter è scivolata da 2.00 a 3.50 e la Fiorentina si gioca a 2.95. Nelle ultime tre giornate i giallorossi hanno rosicchiato rispettivamente 4 e 5 punti ai viola e ai nerazzurri, che si troveranno faccia a faccia domenica. Il calendario sorride alla Roma, che venerdì se la vedrà con il Carpi e poi con Palermo ed Empoli. Sperando che la parentesi Real Madrid non faccia crollare in un colpo solo ogni certezza ritrovata.