Rüdiger & co., c’è una Roma che non è più di contorno

19/02/2016 13:27

«Non si vince un trofeo se non si coinvolge tutta la rosa». Un concetto valido non solo per Zinedine Zidane e il , ma anche per la Roma rigenerata dalla cura . Tabula rasa, punto e a capo: qui si corre, qui o si riparte o il fallimento è generale, ha fatto e detto .

Un discorso che ha toccato le corde di un gruppo tornato ad affrontare la senza avere nella testa il ricordo di figuracce come e Bate Borisov. ha premuto il tasto giusto, specie per chi come ed in questa Roma e in questi mesi si gioca tanto. Il rendimento del centrale tedesco ha avuto un’impennata. Non sono mancate le incertezze, come lo sciagurato intervento su Mbakogu contro il Carpi. Ma intanto l'ex Stoccarda ha dimostrato di saper fare anche altro: il , come nella fase finale del match con il , se non addirittura l’esterno a destra di una difesa a cinque contro il . Un paradigma di quello che è riuscito a fare fin qui con la Roma. «Antonio ha grandi potenzialità, ampi margini di miglioramento - ha spiegato il ct tedesco Löw, ieri in visita a Trigoria - È cresciuto molto negli ultimi 4-5 mesi alla Roma e potrà continuare a farlo con un tecnico come che gli indica la strada da seguire».

Una strada che ha imboccato anche , per il quale basterebbe citare un solo dato: in quattro mesi e mezzo con è partito titolare solo quattro volte, di cui una con lo Spezia e una nella figuraccia di Borisov, quando fu sostituito al 39’ del primo tempo come fosse l’unico colpevole della bambola che la Roma stava subendo dai bielorussi. La musica ora è cambiata: delle 7 gare dell’era , il francese è già partito dall’inizio 3 volte, , Carpi e , un mix di alto e basso che fa rima con fiducia. Peraltro destinata a perdurare, se è vero che ha accusato un nuovo problema muscolare al polpaccio: oggi gli esami strumentali, l’azzurro rischia 20 giorni di stop.

(gasport)