01/02/2016 15:01
Il momento di Dzeko è assolutamente negatico e con Francesco Totti - riporta il quotidiano - la squadra gira diversamente, perché ritrova come d’incanto meccanismi decennali. Ma è troppo facile così. È troppo semplice appoggiarsi all’unico calciatore di qualità della rosa giallorossa a cui — per dirla alla Spalletti — non scotta il pallone tra i piedi. «Non creiamo questo dualismo», ripete Spalletti, che l’aria di Roma la conosce bene e sa già che l’esaltazione del capitano rischia seriamente di fare scopa con l’affossamento definitivo di Dzeko. E questo è un lusso che la Roma davvero non può permettersi. Totti non può essere, neppure oggi, la soluzione di un progetto di gioco a medio-lungo termine che Spalletti sta impostando. Non può esserlo per motivi di età, ovvio. Totti può essere, piuttosto, il riferimento di personalità in campo di cui la Roma deve fidarsi, l’uomo da imitare nel modo in cui si affrontano le difficoltà. Un assist, un colpo di tacco, il pallone chiamato ai compagni, il tutto a ritmi ridotti, ovvio. Ma la personalità è senza età. E in questo senso Totti può aiutare anche Dzeko. I due probabilmente non saranno mai una coppia nei 90 minuti, non è questa la base di lavoro su cui Spalletti sta operando, gli acquisti di El Shaarawy e Perotti sono un’indiretta conferma. Ma Totti, la freschezza tutta mentale di Totti, può aiutare Spalletti ad alzare la qualità del gioco della Roma, a elevare la dose di fiducia nei propri mezzi dei calciatori.
(gasport)