La Roma prova l’impossibile

08/03/2016 13:42

IL TEMPO (A. AUSTINI) - Nel «tempio» di stasera si gioca il ritorno degli ottavi, ma nessuno può chiedere al tecnico toscano di ripetere l’impresa del 2008, quando i giallorossi si presentarono in Spagna forti della vittoria per 2-1 all’andata poi replicata in quella notte magica. Neppure l’ottimista di natura , che prima di imbarcarsi sul suo jet privato e raggiungere la squadra ha dato il suo pronostico: «3-0 per noi. Certo che sono fiducioso». Giusto sognare finché si può.

ha vissuto la vigilia con 57 candeline da spegnere per il suo compleanno. «Di solito il festeggiato riceve i regali - ha spiegato prima della rifinitura - non oso chiederglielo ai ragazzi ma immagino che loro sappiano quale vorrei. Io sono solito chiedere ai miei giocatori l’impossibile e in questo caso mi sembra che loro si aspettino molto di più come richiesta, percui tutto diventa possibile. Il risultato dell'andata ci penalizza, ma non bisogna pensare a quello: noi dobbiamo provare a segnare un gol, perché dopo cambierebbe tutto. Inutile pensare di doverne fare tre, nel calcio ci sono dei risvolti psicologici e se noi passiamo in vantaggio, dentro la nostra testa la partita si ribalta».

Ci crede davvero, insomma, ed è pronto a cambiare tattica rispetto all’attendismo scelto all’andata. A microfoni spenti annuncia che sarà titolare, poi lo spiega così: «Il parte in vantaggio e che giocherà in maniera più chiusa, Edin può darci una mano a penetrare meglio la loro difesa. Ultimamente l’ho lasciato fuori? Lui ha solo una strada: farmi vedere che può giocare meglio di quanto sta facendo».

Dopo la Roma ha perso anche , ma punta sulla forza del collettivo. «Se dipendessimo da due giocatori non saremmo una grande squadra. Io m’aspetto tanto da tutti». E non ditegli che la Roma va al Bernabeu per limitare i danni e festeggiare eventualmente una sconfitta di misura. «È un messaggio sbagliato, non dobbiamo avere la debolezza di pensare che si giocherà per perdere, è una roba pesantissima da accettare. Se vedo qualcuno che la pensa in questo modo, non lo faccio nemmeno allenare».

A sentirli, almeno a parole, i giocatori sono pronti a provarci insieme all’allenatore. «Sappiamo che dovremmo segnare almeno due gol - spiega seduto al fianco a in conferenza stampa - ma in una partita di calcio può succedere di tutto». Gli fa eco : «Andiamo lì per provare a fare un miracolo - dice il bosniaco a Mediaset - nel calcio tutto è possibile. All’andata abbiamo perso in casa 2-0, un risultato severo ma queste partite di alto livello si giocano su pochi dettagli e il ti fa pagare gli errori».

In nottata s’è aggiunto alla comitiva romanista anche il «dimissionario» , che ha viaggiato da solo. Se la squadra non gli regalerà un’impresa storica, potrebbe essere la sua ultima trasferta di da dirigente giallorosso. Idem per .