01/03/2016 13:39
IL MESSAGGERO (S. CARINA) - A sentire lui, non ci saranno problemi. E visto che il ‘lui’ in questione è James Pallotta, alias il presidente della Roma, da ieri Francesco Totti può tornare a sorridere. Perché a questo punto avrebbe del clamoroso, più di quanto non lo sono già state le parole del capitano al Tg 1 e la decisione di Spalletti di escluderlo dalla lista dei convocati per la gara col Palermo, una retromarcia sul rinnovo del numero dieci. «Totti? What happend? Cos'è successo? Non so nulla, davvero... Parlare con Francesco? Ogni volta che vengo parlo con lui», l'approccio leggero tenuto ieri dall' imprenditore statunitense. Chiaro il tentativo di smontare il caso, ironizzando su un tema che ha creato diversi pruriti in città. In quest'ottica, va giudicata anche la risposta che conferisce all’ennesimo quesito sul capitano: «Il rinnovo di Totti per un anno? E perché non altri cinque, dieci anni di contratto…». Se alle orecchie di un estraneo all’oscuro della vicenda può sembrare una presa in giro, il feeling che Pallotta ritiene di avere istaurato con Francesco lo si intuisce poco dopo: «Really, no problem. Ognuno sta facendo di questa questione una cosa più grande di quello che è in realtà. Io lo amo!». E chi si ama, non va deluso. Mai.
THE PRESIDENT IS BACK - Il presidente, appena sbarcato in città, ha lanciato altri input. In primis su Sabatini («Parlarci? Quando sono qui lo vedo sempre») e poi su Spalletti: «Sono felice, molto felice di Luciano, è fantastico. Avrei dovuto portarlo prima a Roma». Passerella finale sullo stadio («Questa settimana avremo delle notizie a tal proposito. Il ritardo non dipende da noi») e sull’annosa questione relativa della curva Sud: «Abbiamo una sorta di compromesso con le istituzioni per farla tornare». Poi via, verso l'hotel De Russie prima del cda del pomeriggio, allo studio Tonucci, per l'approvazione della relazione semestrale sui conti della Roma (chiusa in negativo di 3,4 milioni di euro ma con alcune novità: Perotti e Zukanovic, ad esempio, sono già stati acquistati a titolo definitivo). Tornando a Totti, stavolta l’incontro non si terrà né all’Hotel De Russie, divenuto ormai il quartier generale del presidente nei suoi soggiorni romani, tantomeno allo studio Tonucci. A distanza di un anno (l’ultima volta accadde il 28 febbraio del 2015), Pallotta (ieri sera a cena con la dirigenza) questa mattina rimetterà piede a Trigoria. Una decisione dovuta al fatto che le questioni da affrontare in loco, Francesco in primis, sono diverse. Non tanto il rinnovo del dg Baldissoni che sembra una formalità quanto le questioni pendenti di Bruno Conti e Sabatini. Per anni a capo del settore giovanile, il campione del mondo dell'82 è stato progressivamente indebolito nelle mansioni. Prima togliendoli la Primavera e gli Allievi (affidatigli nuovamente nell’ultimo periodo). Ora che anche lui ha il contratto in scadenza, c'è l'idea di farlo diventare il capo degli osservatori giallorossi nel mondo. Non il massimo per un signore di 60 anni che ha fatto la storia del club. Così come lo alletta ancora meno la possibilità di occuparsi dei campus Usa, altra proposta messa sul piatto nelle ultime settimane. Il capitolo relativo al ds è paradossalmente più nebuloso. Sabatini infatti ha già rimesso, a parole, il mandato nelle mani del presidente (nonostante un altro anno di contratto). L'impressione però è che i risultati che Spalletti sta ottenendo sul campo, possano conferirgli nuova linfa. Della serie: ogni scenario, anche quello di una retromarcia clamorosa, è possibile. Del resto non sarebbe la prima volta (accadde anche nel 2007 alla Lazio) che il ds lascia trapelare le dimissioni e poi resta al suo posto