27/03/2016 13:46
IL TEMPO (A. AUSTINI) - L’asta è aperta da diverse settimane. Chi paga di più si porta via Pjanic: il prezzo è fissato dalla clausola rescissoria inserita dalla Roma nell’ultimo rinnovo di contratto. È sceso da 45 a 38 milioni di euro per quest’anno, ma potrebbe bastarne qualcuno in meno. Sì perché a Trigoria c’è bisogno di sistemare il bilancio entro fine giugno e dopo cinque stagioni tra parecchie luci e qualche ombra i dirigenti si sono convinti che Pjanic abbia fatto il suo tempo in giallorosso e sia il «big» giusto da sacrificare per tenersi tutti gli altri. Il Psg fa sul serio, è in primissima fila e potrebbe mettere sul tavolo il rinnovo del prestito di Digne, ma occhio alle spagnole: Miralem è parecchio attratto dalla Liga, dove ha estimatori sparsi tra i due club di Madrid e il Barcellona.
La società che metterà sul tavolo 30-35 milioni spezzerà le residue resistenze della Roma e, a quanto pare, Pjanic è già stato informato. Le parole del bosniaco provenienti dal Lussemburgo, dove ha chiuso il suo «derby» personale con un’altra perla su punizione, confermano lo scenario: «Ad ogni finestra di mercato il tuo nome è accostato ai maggiori club in Europa - ha spiegato Miralem - e la tua valutazione è sempre più grande. Non ho alcun problema, mi rendo conto del mondo in cui vivo. Ho un contratto a Roma ma so che in questo momento tutto può andare molto veloce. Basta che due club si mettano d’accordo e tu ti puoi ritrovare rapidamente altrove».
Pjanic avrà ovviamente voce in capitolo, perché anche in caso di pagamento della clausola rescissoria deve esserci il suo assenso al trasferimento. Se dovesse farne una questione di soldi, nessuno può riempirgli le tasche come il Psg, disposto anche a versare l’intero costo della clausola pur di battere la concorrenza. A livello tecnico, invece, Real, Atletico e Barcellona gli permetterebbero di partecipare a un campionato «vero», senza precludersi la possibilità di competere in Champions.
Insomma la Roma si prepara a perdere almeno un pezzo della mini-colonia bosniaca. E c’è il rischio dell’effetto domino: non è un mistero che Pjanic abbia recitato un ruolo fondamentale per convincere Dzeko a sbarcare in Italia e se in estate dovesse partire, allora Edin valuterà con ancora più convinzione le opportunità provenienti dal mercato. Il centravanti già da tempo sta riflettendo su un futuro altrove, la Roma non lo ha messo in vendita ma se dovesse essere il giocatore a chiedere la cessione non si opporrebbe.
A proposito di acquirenti, nei prossimi giorni è attesa una nuova offerta dalla Cina per Dzeko, dopo che a gennaio ne sono arrivate un paio respinte dalla società: è annunciato lo sbarco a Milano di Mr. Wen Li, il mediatore che ha in mano i mandati di Shangai, Jiangsu ed Hebei, la squadra di Gervinho. La Cina «chiama» una valanga di soldi, sia per il club che per il centravanti, ma a 30 anni appena compiuti Edin si sente ancora in grado di giocarsela in un calcio più competitivo. Ne servono davvero tanti di milioni per convincerlo a «ritirarsi» nel calcio cinese, ma lì non badano a spese.
Se confermerà l’appuntamento con Wen Li, Sabatini metterà certamente sul tavolo il cartellino di Doumbia, di rientro dal prestito al Newcastle. L’ivoriano ha rifiutato a gennaio due proposte dalla Super League, chissà se nel frattempo Gervinho lo ha convinto a raggiungerlo. Essendo a caccia di più stelle possibili per far crescere l’appeal del campionato, i cinesi vogliono informazioni anche su Totti e De Rossi, ma nessuno dei due se la sente di affrontare un’esperienza del genere. Il capitano, semmai, valuta eventuali proposte dagli States, idem Daniele ma solo dopo aver onorato il suo ultimo anno di contratto con la Roma. Finalmente vincendo, si spera.