Roma, una notte senza freni: la Fiorentina è travolta nella sfida per il terzo posto

05/03/2016 14:35

LA REPUBBLICA (E. SISTI) - Il capolavoro continua, l’opera d’arte finisce in un magazzino per restauro. Tanto , tanta Roma, pure un palo di che gioca mezz’ora. E di solo polvere, polvere senza stelle sporcata da incomprensioni, affanno e smarrimento. Quindici minuti di graffi sulla tela, di pizzichi, di frustate iconoclaste, di unghiate che scrostano i colori viola. La Roma impiega un quarto d’ora, dal 22’ al 38’ del primo tempo, per definire i ruoli spaccando in due la partita con ritmi vorticosi. In quel frammento di grande calcio, dove sembra , non c’è partita, al di là delle sviste arbitrali ( in fuorigioco in occasione dell’1-0, un mani sospetto di ) e degli infortuni (Vecino, Valero). Il resto della gara è una conseguenza o un ampliamento del divario di giornata. La nuova Roma conquista, la assiste facendo qualche capriccio e spacciandolo per ribellione.
Nell’estasi condivisa del modulo variabile, o friabile, le squadre avevano iniziato caute stringendo lo spazio per i respiri e le illusioni dell’altra. Ma il dinamismo della Roma covava. Si capiva anche a occhi chiusi che presto sarebbe cominciato un altro spettacolo. L’indicatore più attendibile era la rapidità d’esecuzione collettiva che ricordava i tempi di , se non addirittura quelli di Perrotta e Taddei, mentre il dinamismo della era solo un appoggiarsi all’avversaria, senza slanci o invenzioni dell’ultimo metro. In quel drammatico momento di consegna delle armi la Roma ha bucato con , e e la ha gettato la spugna buttandola sul ring come se scottasse. Appariva evidente che non vi fosse uno solo metro quadrato di prato presidiato dai quattro difensori e dai due centrocampisti più bassi di Sousa che non potesse essere fonte di preoccupazione. Fasce e centro, esterni e centrali, la Roma sfondava giocando palla a terra in piena trance da prestazione.
Quando Roncaglia s’immola su al 17’, il vento è già di fatto cambiato. Ispirato e introvabile, apre la scatola con un dolce travestito da coltello, palla filtrante per (in fuorigioco) che crossa basso per . La è un corpo in bambola. Raddoppia . coglie il palo. La reazione che Sousa chiede si ferma a una rovesciata di Kalinic. La Roma ringhia per default ormai e il gruppo viaggia a ritmi insopportabili per chi vorrebbe contrastarli, le fasce viola sono terre d’ansia malgrado i continui raddoppi. Al 38’ beve Gonzalo e mette in mezzo per che si riprende il 3-0 lasciato sul palo. Questa non ha una difesa strutturata per contenere il calcio delle andature europee, dei lampi concepiti in due o in tre. Ecco perché il Tottenham, ecco perché la Roma. Quando giochi divertendoti hai l’impressione di non faticare e se hai quest’impressione finisce che fatichi la metà degli altri, perché li condanni a correre dietro ai fantasmi, nel buio dei muscoli e della fantasia. Un primo tempo furente, per la Roma, e misero, per la , si chiude col generoso rigore assegnato da Irrati a tempo scaduto (fallo di o gamba trascinata di Tello?). Ma cambia poco, praticamente nulla. È giusto che a inizio secondo tempo il lancio di per , per intrinseca bellezza, sigilli il 4-1.