11/03/2016 13:21
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Dopo il trecentesimo gol con la Roma, ecco la terza emozione più bella della vita: è nata Isabel Totti, la sorellina di Cristian e Chanel che allarga la famiglia del capitano e di mamma Ilary Blasi. Il lieto evento alle 19.15 nella Clinica Mater Dei ai Parioli, dove è venuta alla luce una splendida bambina di 3 chili e 240 grammi, subito coccolata dai genitori, i fratelli e le nonne Fiorella e Daniela.
Francesco e Ilary hanno aspettato fino a ieri per conoscere il sesso della terzogenita, anche se i «gossippari» preannunciato il fiocco rosa. «Assomiglia di più al papà» dice il ginecologo Filippo Perniola. Ai tifosi piace parecchio la data: Isabel nasce 14 anni esatti dopo quel 10 marzo 2002 in cui la Roma vinse il derby 5-1, con poker di Montella e cucchiaio servito dal numero 10, con tanto di dedica proprio alla sua futura moglie esibendo la maglia «6 unica!».
Pagina memorabile di una carriera agli sgoccioli. È un periodo pieno di emozioni di ogni tipo per papà Totti, ieri assente all’allenamento mattutino della squadra per stare vicino alla moglie ma pronto a ripartire da oggi e poi aggregarsi alla squadra nella trasferta di Udine. Dopo l’ovazione del Bernabeu per il capitano giallorosso da domenica scatta un conto alla rovescia: se non dovessero cambiare le cose, mancherebbero dieci partite al termine della sua carriera da calciatore. Almeno con la Roma.
Lui in realtà non lo ha ancora deciso. Anzi, se dipendesse da Totti ci sarebbe un’altra stagione da giocare, pur con un ruolo di secondo piano. Ma la società, a partire da Pallotta, ha un’altra idea: giugno è il momento più giusto per smettere, proprio perché un campione come lui merita di chiudere da protagonista e non come un rincalzo che non è mai stato. Età (40 a settembre), infortuni e test atletici pesano sempre di più sulla bilancia, a maggior ragione nella nuova «era» aperta da Spalletti, che pretende il massimo in allenamento e non intende guardare in faccia a nessuno come sta dimostrando da quando è tornato a Trigoria. Pallotta ha spiegato a Totti la posizione della Roma, lasciandogli comunque altro tempo per riflettere: né il presidente tantomeno gli altri dirigenti e Spalletti intendono imporre al capitano lo stop finale e preferiscono ovviamente che sia il giocatore stesso a fare un passo indietro. Una questione di immagine, di rispetto e di opportunità, perché il migliore di sempre nella storia del club merita un congedo «spontaneo».
Il presidente ha concordato con Totti un nuovo aggiornamento tra qualche settimana, ma il fatto che sia ripartito per gli States senza rinnovargli il contratto da calciatore è la conferma di una volontà ormai chiara. Semmai gli americani vorrebbero concordare quanto prima il nuovo ruolo del capitano in società, considerando gli spazi che si apriranno dopo l’addio di Sabatini previsto il 1° luglio.
Spetta a Totti decidere se mettersi giacca e cravatta e affiancare il futuro direttore sportivo oppure restare in tuta al fianco dell’allenatore, un passaggio che lo spaventa e lo angoscia. Ha combattuto contro la natura per allontanare questo momento il più possibile, un’altra stagione con gli scarpini ai piedi lo aiuterebbe a metabolizzarlo meglio, però Pallotta gli continua a chiedere: «Sei sicuro che ne valga la pena?».
Resta valida l’opzione per certi versi più triste: Totti ancora in campo con un’altra maglia. Chi lo conosce bene assicura che non lo farà mai, le persone al suo fianco si dividono nei consigli su cosa fare, la parola finale spetta soltanto a Francesco. L’affetto di una famiglia da ieri ancora più bella e numerosa lo aiuterà senz’altro.