A Testaccio 3 mila tifosi e striscione contro Pallotta

04/04/2016 14:05

IL MESSAGGERO (R. TROILI) - L’altra domenica del tifo romanista è fatta di salti e abbracci davanti a un umile maxischermo piazzato dentro l’ex Mattatoio. Ma prima il popolo della sfila per il quartiere Testaccio con un corteo non autorizzato condito da lanci di fumogeni e petardi. Lontano dalla curva, meglio il divano, è la parola d’ordine. L’ultrà romanista la sua curva se la fa in uno spiazzale sotto il sole, in 3mila per vedere il derby e boicottare le barriere, primo imputato «il ». Il suo nome ricorre negli sfottò, nei cori assieme a quelli contro laziali e napoletani. Ma anche contro il presidente , offeso anche per iscritto con uno striscione, e contro il giallorosso , quando viene inquadrato in diretta tv. Il derby delle curve deserte è fatto di ragazzi duri e pure di famiglie. «Aprite le curve, altrimenti aumentano gli attriti. Dove c’è lo sport c’è vita» dice mamma Dora, che accompagna la figlia, lei nemmeno è della Roma. Gli organizzatori non parlano, chiusi in un silenzio stampa che la gente comune ignora. «Vedete: siamo un gruppo unito e non violento, tanto non riescono a dividerci, siamo tutti qua». La Roma segna e risegna, i fumogeni offuscano la vista dello schermo, ma tanto è una festa popolare, con gli stand biologici, la birra, i panini, un paio di sedie. «Piuttosto se famo uno stadio nostro» sussurra un uomo piccolo e mite, capelli bianchi. «Mi hanno perquisito sette volte l’ultima volta che sono stato allo stadio. E io pago, pure per lo spettacolo». Il derby della nel cuore di Testaccio porta bene, anche i tifosi si sentono di aver vinto questa partita: via le barriere, non c’è via di mezzo. E poi che affronto: solo per la Lazio e per la Roma. «Se dividi una curva, la violenza negli stadi la alimenti tu», è il messaggio del popolo romanista. La festa continua nel quartiere, tra cori, caroselli e clacson. A Ponte Milvio, invece, si sposta in serata gran parte della squadra: cena e brindisi di gruppo.