18/04/2016 13:45
IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Siamo come allo scorso anno, quando si «attaccava il primo posto per difendere il secondo». Oggi «si attacca il secondo per difendere il terzo». Sperando che l'anno prossimo non si debba attaccare il terzo per difendere il quarto, intanto Nainggolan mostra tutte le sue preoccupazioni. «Abbiamo sbagliato tanto, quando ci capita l'occasione non riusciamo mai ad approfittarne». Un vecchio problema. Sarà colpa dell'ambiente... Siamo alla solita questione "caratteriale": ci si prede sul più bello.
PROBLEMI DI TESTA - Oggi il Napoli è a meno cinque, l'Inter è dietro di appena quattro punti (ne ha recuperati altrettanti nelle ultime due gare). E se il gruppo comincia a guardare più sotto che sopra, il problema psicologico si amplifica ancora di più. «Adesso bisogna guardarsi indietro, c'è l'Inter che insegue: comincia ad essere più difficile. Dobbiamo vincere tutte le partite e vediamo alla fine cosa succederà», Nainggolan dà la ricetta per non lasciare che la Champions (da terza o da seconda) non scappi. Come tanti sperano che non scappi lui a fine stagione. Il Chelsea insiste, ma questo è un altro discorso. Radja è una plusvalenza che cammina, anche se di dimensioni inferiori a Pjanic. Bisognerà capire che offerta arriverà a Trigoria (bastano una trentina di milioni, a quanto pare), quale a lui. Intanto Radja continua a essere uno dei più positivi, seppur non brillantissimo a Bergamo. Il suo gol, il secondo della Roma, avrebbe dovuto uccidere il match. Invece, niente. Emergono i fantasmi del passato, di una Roma che fatica a chiudere le partite. E' spietato il Ninja. «Stavamo vincendo e poi abbiamo subito. Alla fine non abbiamo perso, è andata pure bene. Abbiamo sbagliato tanto come squadra. Ci è mancata la cattiveria sotto porta. Poteva finire in qualsiasi modo, il punto ci lascia insoddisfatti». E Totti, quel punto, ha contribuito a portarlo a casa. Il capitano, si sa, non corre come Radja, ha quasi quaranta anni ma con una giocata sa ancora distinguersi, nonostante le notti insonni dei ritiri, occupate in compagnia delle carte e di qualche amico. «Si vede che i piedi di Francesco ci sono sempre e lui mantiene ancora intatta la voglia di giocare: può darci ancora una mano e lo sta dimostrando. Ora aggrappiamoci a questo, perché lui vuole dimostrare le sue qualità e noi assieme a lui».
LUCAS DA RECORD - Poi c'è Digne che, per la brutta botta al ginocchio, non è riuscito a godersi il suo record di gol in un campionato: tre (contro il Carpi sia nella gara di andata sia in quella di ritorno e ieri contro l'Atalanta). Al massimo ne aveva segnati due in Francia. Pure lui, come Nainggolan, ha il destino nelle mani della Roma. Che dovrà decidere se riscattarlo o no. Sicuramente non a una cifra superiore ai dieci milioni. Il Psg non sarà d'accordo. Intanto Lucas esce sofferente dallo stadio Atleti Azzurri d'Italia. «Sto male, non ce la facevo a proseguire la partita. Il risultato? Dovevamo vincere, un'occasione persa». Digne, Nainggolan e Totti, i tre bomber di Bergamo: chissà dei tre chi starà a Roma l'anno prossimo. Forse nessuno.