03/04/2016 14:56
IL MESSAGGERO (S. CARINA) - La sorpresa è pronta. Dal primo minuto o a partita in corso, spetterà a Spalletti deciderlo. Fatto sta che ieri il tecnico toscano ha provato a mischiare le carte. Se riuscendoci in parte o del tutto, bisognerà attenderà pochi minuti prima delle 15. Nell’ultima seduta pomeridiana, volutamente fatta slittare alle 16, la linea guida è stato il 4-2-3-1. Una sorpresa che qualora dovesse trovare seguito, sovvertirebbe i pronostici della vigilia che volevano/vogliono una Roma schierata a rombo in mediana e senza Dzeko. Chissà che invece nelle idee di Lucio non possa influire lo schema che attuerà la Lazio (4-1-4-1), la stanchezza di qualche interprete reduce dagli impegni con le rispettive nazionali o qualche dichiarazione mal digerita. Quale sia la motivazione, nella partitella tattica sono state disposte due squadre con il 4-2-3-1. Nella prima figurava il tridente Iago Falque-Perotti-El Shaarawy dietro il centravanti bosniaco con il tandem Keita-Pjanic in mediana. Nell’altra Totti agiva come terminale offensivo e dietro di lui c’era il trio Salah-Nainggolan-Emerson, coperto dal duo De Rossi-Strootman.
PRO E CONTRO La scelta tra 4-2-3-1 e 4-3-1-2 non è soltanto una mera questione di numeri. Con il primo schieramento è vero che si rischia apparentemente di andare in sofferenza numerica in mediana ma basta in realtà che i due esterni ripieghino costantemente (trasformandolo in 4-5-1), per raggiungere la parità. Cosa che non accadrebbe con il 4-3-1-2 dove nel migliore dei casi la Lazio avrebbe un uomo in più. Tuttavia quest’ultima opzione permette ai giallorossi di non dare punti di riferimento alla difesa biancoceleste (cosa che accadrebbe con Dzeko), già falcidiata dalle assenze e con i due centrali più abituati alla marcatura ad uomo. Un dato statistico potrebbe venire in soccorso: sinora nelle gare ritenute più difficili (Fiorentina,Inter e Real in casa, quando non c’erano ancora due gol da recuperare) la Roma ha sempre optato per il modulo a rombo, con Perotti ad oscillare nel doppio ruolo di terminale offensivo e trequartista.Anche se quelle erano partite dove i giallorossi potevano (anche) attendere. Oggi no, bisogna assolutamente segnare e vincere per mantenere invariato il vantaggio sull’Inter e la Fiorentina. Un po’ come accaduto col Real al ritorno, quando Spalletti optò per il 4-2-3-1.