16/05/2016 13:50
IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Terminato il campionato, per la Roma inizia la partita più delicata. Che sarà lunghissima e anziché in due tempi, si svilupperà in tre fasi. La prima avrà termine il 30 giugno, quando il club presenterà il bilancio che dovrà essere in linea con i parametri imposti dal Financial Fair Play che Pallotta intende rispettare. Le altre due oscilleranno dal 1 luglio al preliminare di Champions (16/17 agosto l’andata, 23/24 il ritorno) e da questo alla conclusione del mercato. Perché è inutile mettere la testa sotto la sabbia e far finta che non cambi nulla: tra qualificarsi o meno alla prossima Champions ballano decine di milioni. Conti alla mano: 12 milioni per la sola partecipazione; più 1,5 milioni per vittoria e 500mila euro per pareggio; 5,5 milioni per chi si qualifica agli ottavi, senza contare il market pool, cioè la percentuale spettante ai club dell’incasso dei contratti televisivi siglati dalla Uefa. Quest’anno la cifra si aggirava attorno ai 100-105 milioni (non viene comunicata ufficialmente) che viene suddivisa così: la prima metà in base al piazzamento in campionato (50% alla prima, 35% alla seconda e 15% alla terza) e l’altra in funzione del numero di gare disputate nella competizione. Se a queste voci, si aggiungono gli incassi del botteghino, complessivamente ballano almeno 50 milioni. Che per qualsiasi club italiano fanno tutta la differenza del mondo vista la forbice con il paracadute per chi scivola in Europa League (10 milioni).
PERICOLI DALL’URNA - Una fiche milionaria che sarà quindi giocata nella roulette estiva dei preliminari di Champions. Roulette perché non essendo testa di serie (la Roma è cinquantunesima come coefficiente Uefa che prende in considerazione, oltre al ranking della nazione di appartenenza, le ultime 5 stagioni: in questo caso quelle dell’era americana) la squadra di Spalletti rischia d’incrociare una corazzata inglese. Da ieri si conosce il nome: il Manchester City di Guardiola (a meno che lo United non vinca 18-0 nel recupero con il Bournemouth...). Ma le insidie non finiscono qui: perché la quarta spagnola sarà il Villareal (capace di eliminare il Napoli quest’anno dall’Europa League) e come terza lusitana ha già prenotato il posto il Porto. Per designare le ultime due teste di serie, bisognerà attendere i precedenti turni preliminari ma visto il valore dei club che vi partecipano sarebbe clamoroso non trovare lo Shakhtar Donetsk e l’Ajax. A Trigoria possono consolarsi per aver evitato lo spauracchio tedesco e francese: sia il Borussia Monchengladbach che il Monaco prenderanno parte insieme ai giallorossi nel calderone delle outsider. C’è solo un caso nel quale la Roma potrebbe diventare testa di serie ma l’ipotesi, remotissima, è legata all’eliminazione congiunta dello Shakhtar e dell’Ajax. Appena una delle due non basterebbe perché il Monchengladbach precede i giallorossi nel coefficiente Uefa e nel caso li sopravanzerebbe.
SOBHI NEL MIRINO - La stagione della Roma però non è ancora finita. E se sabato sera Spalletti ha preteso che la squadra tornasse nella capitale, senza cercare divago a Milano, c’è da scommettere che non si respirerà aria di festa nemmeno nell’amichevole di venerdì contro gli egiziani dell’Al Ahly che si disputerà negli Emirati Arabi. Priva dei nazionali impegnati agli europei (e probabilmente di Torosidis, in attesa del secondo figlio), il gruppo partirà per Dubai mercoledì 18 e tornerà il 21. Un test che non aggiungerà nulla alla stagione ma che oltre a far entrare poco meno di 500mila euro nelle casse del club, potrebbe esser foriera d’indicazioni di mercato. Perché nell’Al Ahly gioca Ramadhan Sobhi, ala sinistra, classe ’97 che aveva già catturato l’attenzione di Sabatini la scorsa estate. Ha esordito all'età di 17 anni, 11 mesi e 18 giorni in nazionale, diventando così, dietro Mido, il secondo calciatore più giovane a debuttare con l’Egitto. Ora, immaginarlo nella Roma del prossimo anno (considerato anche lo status extracomunitario) sembra prematuro. Ma potrebbe essere un altro giovane bloccato e poi girato (eventualmente) in prestito in un’altra società. Non sarebbe il primo.