25/05/2016 13:51
IL MESSAGGERO (V. ERRANTE) - Aspetta qualche istante, prima di parlare, Antonella Leardi, la mamma di Ciro. Frena l'emozione, attende ancora, lei che non ha mai perso un'udienza e per due anni ha immaginato questo momento. Prima sperando che Ciro ce la facesse, poi invocando la giustizia. La sentenza è arrivata: Antonella non si scompone: «La pena inflitta è congrua e giusta», dice, ma non usa toni trionfalistici e, soprattutto, corregge con garbo chi le parli di soddisfazione. Su un punto tende a tornare nel suo commento al verdetto durissimo appena letto nell'aula bunker di Rebibbia, ha già perdonato Daniele De Santis: «Non provo odio, spero solo che questa sentenza serva da monito, perché pochi giorni fa sono accaduti fatti simili a quelli che mi hanno portato via Ciro». Crede che sia stata fatta giustizia?«Se esistesse la giustizia, Ciro non sarebbe morto così e noi adesso non ci troveremmo qui. Questo sarebbe stato giusto. Esattamente come pochi giorni fa episodi analoghi non si sarebbero ripetuti proprio a Roma».Pensa di poter perdonare De Santis, lo ha odiato in questi anni?«Non ho mai portato odio per nessuno, ma ho sempre chiesto giustizia. L'amore che io ho provato e continuo a provare per Ciro c'è e ci sarà sempre. E' il sentimento che mi ha dato la forza per andare avanti tutto questo tempo e continuerà a darmela. Io non ho mai detto una parola di cattiveria, l'odio non mi appartiene, non fa parte del mio dna, io sono figlia di Dio e Dio è amore. Mio figlio è morto per odio, non certo per amore e quindi dalla mia bocca parole di odio non usciranno mai. Ho perdonato Se Santis il 4 maggio di due anni fa. Non ho mai avuto dubbi». Ritiene che sia una sentenza giusta?«Penso che sia stata fatta giustizia, che sia un giudizio congruo. Ma vorrei che questa sentenza servisse come monito. Due giorni fa ho sentito fatti terribili: scontri e coltelli tra tifosi. Si sono ancora verificate situazioni simili a quelle che hanno portato alla morte di Ciro. Ecco, vorrei che tutto questo non accadesse più e la morte di mio figlio servisse per capire».Com'è cambiata la sua vita, cosa sono stati questi anni?«La mia vita non è più la stessa, perché ho perso, anzi abbiamo perso, un ragazzo esemplare, pulito, coraggioso, meraviglioso. Nulla potrà mai ridarmi mio figlio né ripagarmi per quello che ho perduto. Siamo qui per un dovere verso Ciro. E' stato lui a darci la forza, aveva dei sogni, voleva andare a vivere in Inghilterra con la sua fidanzata. Avrebbe compiuto 31 anni se non me lo avessero portato via. Io continuerò a convivere con il dolore che mi porto dentro».