24/05/2016 13:30
LA REPUBBLICA (M. PINCI) - I cinque minuti di Milano non sono passati senza lasciare traccia. Quei cinque minuti finali a San Siro contro il Milan, epilogo di una stagione decisamente al di sotto delle aspettative, hanno segnato forse in modo indelebile il rapporto tra Edin Dzeko e la Roma. Al punto che il centravanti pare aver deciso: nei giorni scorsi, prima di partire per gli Emirati con il resto della squadra, a Trigoria ha avuto un colloquio in cui ha fatto sapere di essere disposto al trasferimento: sente di non rientrare nei piani - tattici, principalmente - dell’allenatore. Percepisce di essere diventato la terza scelta nel ruolo, non solo dietro al “falso nueve” Perotti, ma pure dopo Totti. A Milano addirittura è entrato in campo all’85’ come terzo cambio, 7 minuti dopo Emerson Palmieri e sul 3-0: quando cioè la partita era abbondantemente chiusa. Il suo agente ha già avviato contatti in mezza Europa per capire chi possa essere interessato al centravanti (che in Cina, dove pure avrebbe la fila di corteggiatori, non vuole andare): il Liverpool ha fatto arrivare timidi segnali d’interesse. Molto più concreta la disponibilità dell’Inter, che ha bisogno di liquidità (quanto e più della Roma) e rischia di dover mettere all’asta in estate il gioiello Mauro Icardi. Partisse il centravanti argentino, Mancini chiederebbe proprio Dzeko, che già aveva voluto al Manchester City, operazione tra l’altro non particolarmente onerosa. Nel bilancio della Roma il bosniaco è registrato per un costo complessivo di 17,4 milioni, dopo un anno il costo residuo da ammortizzare è di 14 scarsi. Questa è quindi la cifra minima per cui potrebbe muoversi dopo un campionato da 8 gol soltanto, gli stessi di El Shaarawy, arrivato però a gennaio.